Italia
«Tu sei un bene per me», la sfida che coinvolge la storia. Di tutti e di ciascuno
«Tu sei un bene per me» è il tema dell’edizione numero XXXVII del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini (info sul programma: www.meetingrimini.org ). Il titolo, spiega Emilia Guarnieri, presidente del Meeting vuole essere «il suggerimento per una verifica: se è ragionevole affermare che l’altro è un bene per me, è anche sperimentabile?». Una domanda stringente «dopo le barbariche morti a Nizza e Parigi, in Bangladesh, in Turchia, a Bruxelles in Belgio, in Iraq, dopo che l’Europa è più divisa di prima, dopo che migliaia di disperati continuano a rischiare la vita per fuggire alla fame, alla guerra, alla persecuzione, dopo che ovunque vediamo solo dilagare litigio e divisione. Si sgretolano modelli di convivenza sociale e civile che sin qui hanno garantito il bene comune. L’altro, il diverso, ciò che è ‘fuori’, appare come una minaccia, viene visto e considerato in un’ottica per lo più strumentale e utilitaristica».
Presidente Guarnieri, il tema di questa edizione è diventato di più triste attualità rispetto a quando, un anno fa, venne annunciato…
«Quando abbiamo scelto questo tema, un anno fa, non potevamo immaginare quale sarebbe stata l’attualità di un titolo simile. Quanto accaduto in questo scorcio di 2016 ha acuito la consapevolezza di vivere in un mondo in cui dominano la violenza e la guerra, in cui riemergono drammaticamente conflitti razziali ed etnici. Tutto si sta ri-conflittualizzando in maniera sempre più forte. Vogliamo per questo continuare sulla scia indicata da Papa Francesco che ci esorta sempre a guardare all’altro come a un bene. Dicendo ‘tu sei un bene per me’ vogliamo ribadire che ‘non solo posso tollerarti, convivere con te, ma addirittura riconoscere che tu sei un bene’. Una sfida affrontabile solo in forza dell’esperienza di certezza e speranza che un cristiano vive. Diversamente sarebbe difficile».
Il Meeting 2016 cade nell’Anno Santo della Misericordia…
«Il Giubileo ci ricorda che la misericordia esiste ed è il segno del mistero di Dio. Imitarlo è possibile. Il meeting di quest’anno si muove in questo orizzonte come testimonia la mostra intitolata «Misericordia e perdono». Il Meeting avrà anche altre esposizioni come quella su Madre Teresa, vero segno della misericordia di Cristo, e sulle carceri aperte, riabilitative, in Brasile. Tra i panel segnalo quello sulla giustizia oltre la pena che vedrà l’incontro tra vittime della violenza e brigatisti, cui interverranno la figlia di Aldo Moro, Agnese, e Maria Grazia Grena, già appartenente alle organizzazioni di lotta armata degli anni ’70».
Ma quanto è «sperimentabile» questo bene? Se guardiamo a tutto ciò che di tragico accade oggi nel mondo la risposta è solo negativa…
«O è sperimentato e sperimentabile o altrimenti non è credibile. ‘Tu sei un bene’ non è un appello spirituale adatto solo a persone che hanno a che fare con i temi dello spirito, che siano cristiani o di altra fede. ‘Tu sei un bene per me’ è una sfida che coinvolge la storia. O si costruisce la storia meglio, si fa politica meglio, si fa impresa meglio, guardando all’altro, oppure il rischio è di restare costretti nelle mura di angusti spiritualismi».
A proposito di storia: il Meeting avrà una mostra dedicata ai 70 anni della Repubblica…
«Il titolo dell’esposizione, “L’incontro con l’altro. Genio della Repubblica 1946-2016”, tende a mostrare come la grandezza dell’Italia in questi 70 anni sia nata intorno ad un riconoscimento positivo dell’altro. Intorno non al desiderio di uccidere l’altro, di eliminare fisicamente, ideologicamente e culturalmente il diverso, ma con il desiderio della sua valorizzazione. Se non fosse stato così il giorno dopo il referendum Monarchia/Repubblica sarebbe stata la guerra civile in Italia. È stata proprio la capacità di riconoscere nell’altro un bene che ha permesso all’Italia, all’epoca uscita sconfitta dalla guerra, di diventare una grande potenza. Intorno al percorso di questa esposizione si inserirà l’intervento inaugurale del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 19 agosto. Lo stesso discorso va fatto per l’Europa, un tema in agenda anche in questa edizione, visti gli ultimi eventi politici come il referendum in Gran Bretagna sull’uscita dall’Ue. Dobbiamo riprendere questo cammino, come esorta Papa Francesco. L’altro, il diverso, è un bene o no? Questa è la domanda cui dobbiamo rispondere».
Una domanda che chiama in causa il tema, attualissimo, delle migrazioni. In che modo verrà trattato a Rimini?
«Innanzitutto con una grande mostra, diversi convegni, ma anche in due spettacoli: quello inaugurale dal titolo «Un solo canto». Si tratta di un concerto con tre voci femminili internazionali, Tosca, Tania Kassis, libanese, e Mirna Kassis, siriana. La musica ha una potente capacità di unire. Le differenti lingue d’origine, italiano, arabo e aramaico, si uniranno in un solo canto, espressione efficace della bellezza: lingua universale di tutti i popoli e razze. Il secondo spettacolo, invece, si intitola “Thomas More. L’opera ritrovata di William Shakespeare”, mai rappresentato prima in Italia. Evento da seguire per l’eccezionale contemporaneità dei monologhi, delle parole e degli scritti di Tommaso Moro. La sua contrarietà alla pena di morte o la difesa degli immigrati che premevano alle coste dell’Inghilterra come ora premono a quelle dell’Europa. Una sorta di viaggio nel tempo di cui sappiamo già la fine, ma forse l’Autore che ama gli uomini tramuterà la giustizia in misericordia, l’amaro in dolce e il pianto in sorriso. Un testo che sembra scritto oggi».