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Trump e i migranti, vescovi Usa preoccupati

Per i vescovi degli Stati Uniti ci sono "urgenti preoccupazioni umane e morali"

Maddalena Maltese, da New York

Una taglia di mille dollari per chiunque riesca a far catturare e deportare un immigrato illegale. È questa la proposta di legge presentata dal deputato repubblicano dello Stato del Mississippi, Justin Keen. Padre di tre figli, cristiano battista, Keen vuole che il suo Stato sostenga le intransigenti politiche migratorie proposte dal presidente americano Donald Trump, anche se questo dovesse incidere notevolmente sul bilancio dello Stato, che vanta uno degli indici di povertà più alti del Paese e dove più di un bambino su tre, secondo l’Ufficio di censimento del governo, vive sotto la soglia di povertà.Non è chiaro se la legislazione abbia una possibilità di essere approvata, ma la proposta misura tanto entusiasmo quanto quello che ha generato il programma di deportazione di massa lanciato da Trump sin dal giorno del suo insediamento, lo scorso 20 gennaio. La nuova direttiva è ben diversa da quella proposta nel primo mandato del presidente otto anni fa, quando le chiese, le scuole e gli ospedali erano stati risparmiati dalle perquisizioni della polizia di frontiera. Oggi gli arresti di immigrati illegali possono essere effettuati in tutti i luoghi sensibili, inclusi quelli di culto.La nuova politica ha costretto alcune chiese che si ergevano coraggiosamente a difesa dei migranti, a fare un passo indietro, per timore non tanto della polizia, ma dei seguaci oltranzisti del presidente, che potrebbero danneggiare gli edifici o commettere delle stragi al loro interno. Le politiche di Trump sono riuscite a rompere un fronte che fino a otto anni fa era inscalfibile.Il vescovo Mark Seitz di El Paso, presidente della Commissione migrazioni della Conferenza episcopale Usa, ha criticato gli ordini esecutivi di Trump sull’immigrazione, descrivendoli come misure che “colpiscono profondamente la nostra comunità locale e sollevano urgenti preoccupazioni morali e umane”. Seitz, la cui diocesi del Texas si trova al confine tra Stati Uniti e Messico, ha denunciato la decisione del Dipartimento della sicurezza di consentire incursioni dell’immigrazione in scuole e chiese, affermando che “incute paura nel cuore della nostra comunità e stende cinicamente una coltre di ansia sulle famiglie quando pregano Dio, cercano assistenza sanitaria e accompagnano e riprendono i bambini a scuola”. Rivolgendosi direttamente ai migranti, il vescovo ha ribadito: “Siamo al vostro fianco in questo momento di crisi familiare e personale e vi promettiamo la nostra solidarietà”.