Vita Chiesa
Tribunale ecclesiastico, cause di nullità in calo
di Ennio Cicali
Dobbiamo ricordare che dietro i numeri ci sono tante vicende umane, spesso tormentate e tristi: parte da questa constatazione la relazione di mons. Gino Biagini, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico regionale Etrusco, confermato nell’incarico. Una relazione che ripercorre un anno di attività al servizio delle arcidiocesi e diocesi della Toscana.
Sono state 589 le cause del 2008, numero che deriva dalla somma delle 442 cause residue pendenti del 2007, a cui si sono aggiunte quelle del 2008.
Nel corso del 2008 sono state introdotte 147 cause a fronte delle 195 del 2007, con una una notevole diminuzione, sulla quale non si può ancora avanzare alcuna seria interpretazione. Delle 195 cause concluse, 169 lo sono state con sentenza affermativa, 21 con esito negativo, 5 archiviate in seguito a sospensione per perenzione o rinuncia.
La diocesi di Firenze, con 33 procedimenti guida la graduatoria delle cause introdotte nel 2008, seguita da Lucca (19), Pistoia (16), Pisa (12), Arezzo – Cortona – Sansepolcro (11). Volterra è ultima con una sola causa. Tra i tanti casi segnati da vicende tristi sono da registrare anche delle eccezioni, come le due riconciliazioni tra i coniugi, una nel gennaio scorso, l’altra nel 2007.
I dati significativi e più ricorrenti dei capi di nullità riguardano le simulazioni parziali per esclusione del bene della prole e dell’indissolubilità del vincolo matrimoniale, seguiti dal capo riguardante l’incapacità ad assumere gli obblighi essenziali del matrimonio, confermando una tendenza ormai ricorrente nel foro di prima istanza.
«Questi dati sulla ricorrenza dei capi di nullità maggiormente accusati – osserva mons. Biagini – possono prestarsi ad alcune considerazioni, che investono direttamente la sollecitudine pastorale delle nostre Chiese e l’impegno per un’accurata, profonda formazione delle coscienze di coloro che decidono di guardare all’ideale del matrimonio cristiano».
In particolare, i dati potrebbero sottolineare quello che oggi appare più in crisi, negando la prospettiva di una solida vita coniugale, svilendo così uno dei fini primari del matrimonio, che è la generazione ed educazione della prole e la realtà di un impegno preso per sempre, la durata, la perpetuità del vincolo nuziale.
«I ricorrenti capi sull’incapacità a contrarre matrimonio – spiega mons. Biagini – potrebbero rivelare, quanto meno, una fragilità assai diffusa delle persone, che per vari e talvolta gravi motivi, non si mostrano in grado di disporre di sé, né della propria responsabile libertà per realizzare il dono di vita reciproco richiesto dal sacramento dell’amore coniugale».
La relazione di mons. Biagini si è conclusa con il ringraziamento alle tante persone che operano nel Tribunale che, con il loro lavoro, precisione e buonumore rendono possibile il funzionamento di una macchina complessa, con tanta attenzione alle vicende delle persone.
Del Tribunale Etrusco fa parte l’ufficio di consulenza matrimoniale; inoltre presso ogni diocesi è possibile usufruire di un servizio di consulenza del tutto gratuito.