Toscana

Treno della Memoria 2015: primo atto la Summer School di formazione per gli insegnanti

Sono venuti in 68: 5 dalla provincia di Arezzo, 12 da quella di Firenze, 4 da Grosseto, 4 da Livorno e 9 dalla provincia di Lucca, 5 da Massa Carrara, 8 da Pisa, 9 da Pistoia, 6 dalla provincia di Prato e ugualmente 6 da Siena.

D’ora in avanti saranno le guide che nelle aule scolastiche trasmetteranno ai circa 500 studenti prescelti per la partenza, a fine gennaio 2015, gli strumenti per comprendere la realtà dura e sgradevole dei campi di sterminio visti da vicino senza filtri e mediazioni, nella crudezza della loro follia apocalittica. La stessa costata la vita a sei milioni di ebrei e a circa cinque milioni tra prigionieri politici, di guerra, persone di etnia Rom, omosessuali, portatori di handicap fisici e mentali, di persone ritenute comunque dai nazisti indesiderabili.

“Sono i motivi fondanti della scelta della Toscana di non dimenticare e di non far dimenticare fatti ed atti che è essenziale restino nella memoria collettiva e condivisa – ha detto l’assessora regionale alla cultura Sara Nocentini salutando i partecipanti a conclusione delle giornate di formazione e studio –, dando continuità all’esperienza del Treno della Memoria, pilota a livello nazionale, e centrandola soprattutto sulla scuola come luogo elettivo di formazione grazie allo scambio tra docenti e studenti.”.

“Il Treno ha la valenza di un messaggio attualizzato da una vera e propria comunità viaggiante – ha proseguito l’assessora – che vive un’esperienza comune contro le tendenze sempre più forti di isolamento individualistico, così facilmente preda di ideologie aberranti che possono nascere e svilupparsi nei periodi critici come anche quello che stiamo attraversando, offrendo terreno fertile a spinte nazionaliste, violente e xenofobe. Un’esperienza per cui vale la pena continuare anche con sacrificio a investire risorse umane e finanziarie. A maggior ragione nel momento in cui il teatro di scambio delle memorie diventa un’Europa per la cui crescita è vitale la condivisione, il confronto e la costruzione di una cultura di pace e inclusione sociale”.