Mondo
Tregua Mar Nero: “Il più grande errore è credere a Putin”
Dopo i colloqui di Riad, si riuniscono oggi a Parigi i leader dei Paesi "volonterosi", con l’obiettivo di trovare una possibile strada per garantire sicurezza all'Ucraina in vista dell'accordo di pace

“Il più grande errore dei leader del mondo è credere che Putin rispetti le condizioni accordate. Noi non ci crediamo perché conosciamo chi è Putin e sappiamo che la Russia ha una tendenza imperialistica”. E’ il vescovo della chiesa cattolica latina di Odessa, mons. Stanislav Szyrokoradiuk, a commentare dalla città portuale ucraina che si affaccia sul Mar Nero, la “tregua” raggiunta a Riad con la mediazione della Casa Bianca nei colloqui con le delegazioni di Russia e Ucraina. I termini concordati sono in realtà riassunti in due note diverse e si articolano in cinque punti. Quattro di questi, nelle due note, sono identici, mentre uno – il secondo – cambia. In una versione, con i russi, si parla della possibilità che Mosca torni a vendere grano e altri prodotti sui mercati internazionali, mentre nell’altra, con gli ucraini, Washington si impegna a far tornare a casa prigionieri di guerra e bambini ucraini trattenuti dai russi. “Da Putin non c’è nulla di positivo da aspettare”, osserva il vescovo. “Prende solo tempo per creare una situazione a lui più favorevole. Non credo che ci sia in lui la volontà di fare un passo verso la pace ma una strategia di manipolazione”. E sul cessate il fuoco aggiunge: “gli attacchi non finiranno. Per lo meno non credo che finiranno oggi e in un tempo prossimo”.
In effetti, ad oggi la tregua si è rivelata solo a parole e non nei fatti. Dopo nemmeno 24 ore dall’annuncio dell’accordo tra Kiev e Mosca per un cessate il fuoco nel Mar Nero e per uno stop effettivo agli attacchi contro le infrastrutture energetiche, sono volati 117 droni russi, la maggior parte dei quali Shahed, sulle regioni ucraine, portando danni ad abitazioni e infrastrutture. Un numero significativo è stato abbattuto dalla difensa aerea ucraina. La lista delle città attaccate dai russi è lunga: Dnipro, Sumy, Cherkasy, Kryvyi Rih. A Okhtyrka, nella regione di Sumy, sono state danneggiate case, negozi e infrastrutture civili. Anche le comunità nelle regioni di Donetsk, Kharkiv e Zaporizhzhia sono state colpite. “Lanciare attacchi su larga scala dopo i negoziati di cessate il fuoco è un chiaro segnale al mondo intero che Mosca non perseguirà una vera pace”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Oggi a Parigi si riunirà un altro summit dei leader dei Paesi ‘volonterosi’, disposti ad aiutare l’Ucraina in vista di un cessate il fuoco. Convocate dal presidente francese Emmanuel Macron al tavolo, siederanno trentuno delegazioni. “La speranza c’è sempre”, dice il vescovo Szyrokoradiuk. “Noi preghiamo e lottiamo ogni giorno per non perdere la speranza”. E cosa chiedete ai leader europei? “Di aiutare e sostenere gli ucraini con un vero sostegno di difesa, perché l’Ucraina è una vittima”.