Toscana

TREGUA HAMAS-ISRAELE: TWAL E PIZZABALLA, «UNA BELLA NOTIZIA. ORA PREVALGA IL BUON SENSO»

“Una notizia bellissima” così mons. Fuad Twal commenta al Sir la notizia di una tregua tra Hamas e Israele, – ottenuta con la mediazione dell’Egitto – che dovrebbe entrare in vigore dalle 5 del mattino di giovedì nella Striscia di Gaza. Al momento, però, non ci sono conferme da parte israeliana. “Speriamo – aggiunge – che questa tregua possa portare in tempi rapidi ad un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione di Gaza”. Da domani mons. Twal comincerà un ritiro in vista del suo insediamento come nuovo patriarca latino di Gerusalemme che avrà luogo domenica 22 giugno. “In questo tempo – ha dichiarato – pregherò per la pace e la riconciliazione in tutta la Terra Santa”. Soddisfazione per la tregua anche da parte del Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. “Se confermata la notizia è positiva – dichiara al Sir – la speranza è che tenga, poche settimane di cessate il fuoco non bastano. A Gaza la situazione è insostenibile e bisognava per forza agire. Speriamo che il buon senso prevalga e che qualche testa calda non decida di far saltare l’accordo come spesso è accaduto in passato. Fino a pochi giorni fa si parlava di un intervento militare israeliano mentre adesso leggiamo di una tregua. Una bella notizia che darà respiro alla popolazione di Gaza”. “Speriamo che non sia solo un mero compromesso. Alla fine gli israeliani si sono resi conto che il loro comportamento verso la popolazione di Gaza era sbagliato. Siamo felici che abbiano accettato la tregua”. A parlare è il parroco di Gaza, padre Manawel Musallam, che al Sir esprime l’auspicio che la tregua raggiunta oggi tra Israele e Hamas, ma la notizia confermata dai palestinesi è stata definita “prematura” dagli israeliani, “possa portare ad un dialogo duraturo”. “Hamas ha sempre parlato di una tregua duratura, di 15 o 20 anni, – dice al Sir il parroco – questo potrebbe un tempo utile per un processo di pace. Una tregua o un cessate il fuoco giorno per giorno non può durare. Ancora oggi contiamo morti a Gaza”. “Il problema della Striscia – aggiunge – non è solo ciò che la popolazione soffre quotidianamente, la mancanza di acqua, di medicine, di lavoro, di gas, di elettricità, di gasolio, di servizi essenziali ma è anche la riconciliazione all’interno del popolo palestinese e soprattutto la sua liberazione. Speriamo che da qui possa partire una tregua lunga che dia possibilità di impostare un vero dialogo. Riconciliazione vuol dire pace”. (dnr)Sir