Servizio e riconoscenza. Sono le parole ricorrenti di Federico Franchi, Lorenzo Bianchi e Simone Binelli alla vigilia della loro ordinazione diaconale, che sarà celebrata dall’Arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto giovedì 8 Dicembre (ore 17, in Cattedrale). Servizio è quello che i tre accoliti offrono alla chiesa locale da tempo: nelle parrocchie di origine prima, in quelle dove hanno collaborato durante i sei anni di studio in seminario poi. Riconoscenza è quella che esprimono verso tutti coloro famiglia, sacerdoti, formatori che li hanno sostenuti nel loro percorso di discernimento vocazionale per rispondere alla «chiamata».Il popolo dei fedeli aveva conosciuto i tre seminaristi, circondandoli di affetto, nel 2009 in occasione della celebrazione, nella chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, per la loro ammissione agli ordini sacri. Poi li hanno ritrovati l’anno scorso, in Santa Caterina, dove ricevettero il ministero del lettorato. Quest’anno, a marzo, attorniati dai ministranti della diocesi, il conferimento dell’accolitato. Ed ora il passo decisivo dell’ordinazione diaconale, terzo grado del sacramento dell’ordine: sarà il loro «sì» al servizio totale alla Chiesa, al ministero della Parola, al culto divino, alla guida pastorale e della carità. Lo pronunceranno durante la solenne celebrazione con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione, sulle orme dei novelli sacerdoti Francesco Parrini e Salvatore Glorioso (ordinati presbiteri lo scorso 25 settembre) che l’8 dicembre di un anno fa hanno vissuto lo stesso, altissimo momento, dei loro compagni di seminario.Federico Franchi, 26 anni, di Pontedera, secondo figlio di una solida famiglia: due sorelle, la maggiore Valentina di 29 anni e la minore Marialisa di 21; i genitori, Mario (addetto del reparto Manutenzione alla Piaggio) e Simonetta (insegnante di matematica e scienze a Santa Croce). È stato ministrante nella parrocchia di origine, San Giuseppe a Pontedera, sin dalle scuole medie. Ricorda: «Don Giulio Giannini mi ha cresciuto nella fede. Lo affiancavo nelle attività parrocchiali. Studi superiori all’Itis, dove mi sono diplomato in Elettronica. Durante gli anni dell’adolescenza sono sorti in me i grandi interrogativi sul senso della vita e sul mio futuro. Per chiarirmi un po’ le idee, dopo il diploma, ho svolto un anno di servizio civile per la Caritas diocesana, operando nella casa-famiglia di Marciana, a fianco dei disabili psichici e fisici. Una bella esperienza, utile per la mia maturazione e il discernimento ormai avviato». Poi la grande decisione: «A 20 anni decisi di entrare in seminario: nell’ottobre 2006 è iniziato il mio vero cammino di vita, avviato con la propedeutica esperienza con i gesuiti di Bologna, tra i quali torniamo, dal 30 novembre al 4 dicembre, per gli esercizi spirituali preparatori all’ordinazione diaconale». E la famiglia? «Felice per me: mi ha sempre sostenuto nella mia scelta». La testimonianza del servizio gli arriva proprio dai genitori, che da anni accudiscono il nonno.Come ha vissuto questi sei anni di seminario? «È stato un importante periodo di maturazione umana e cristiana, durante il quale ho sempre avvertito il costante sostegno dei formatori. Il mio è stato un vero cammino evolutivo: mi sento cambiato, più adulto, consapevole dei miei limiti e delle mie fragilità, ma arricchito degli strumenti giusti per migliorarmi ancora, nella prospettiva vocazionale. Qui ho compreso che il Signore mi chiama così come sono. Provo un senso di gratitudine per il bene che ho ricevuto in seminario, e di riconoscenza per la chiesa pisana che accoglie il mio mettermi a suo servizio».Come trascorre la vigilia dell’ordinazione diaconale? «Vivo l’attesa con grande emozione, fiducia e gioia, ma anche con la responsabilità delle due promesse che farò, celibato e obbedienza, con il cuore indiviso, nella prospettiva del dono totale della mia vita, offerta alla sequela di Cristo». Federico è ben apprezzato per il suo impegno: dopo San Giuseppe, ha svolto servizio al Duomo di Pontedera, poi nella parrocchia di Cascina affiancando don Paolo Paoletti. Aggiunge: «Quest’estate ho vissuto un’esperienza intensa al Cottolengo di Torino, nei reparti di fine vita, collaborando con il personale, a fianco dei malati terminali. Ho compreso l’importanza della relazione umana e della condivisione. Se qualcosa ho dato, è molto più quello che ho ricevuto e imparato da loro».Adesso fa servizio nell’unità pastorale di Barga insieme con monsignor Stefano Serafini.Lorenzo Bianchi, 35 anni, di Fornaci di Barga, primo figlio anche lui di una solida famiglia: il papà Maurizio (già operaio, molto conosciuto in paese) e la mamma Anna Stella (già insegnante elementare ed impegnata in parrocchia come catechista) sono adesso entrambi pensionati. Lorenzo ha una sorella, di nome Lucia, di 31 anni, sposata e madre di due figli piccoli.Il nostro racconta la sua vocazione: «Il primo grande dono che il Signore mi ha fatto è la famiglia; grazie ai miei genitori ho ricevuto la fede, da loro ho sempre ricevuto sostegno nel mio cammino e nella mia scelta di entrare in seminario. Il secondo: la mia parrocchia di origine, Fornaci, e in generale tutto il vicariato di Barga dove la mia vocazione è nata e cresciuta».Lorenzo ricorda il suo impegno di ministrante, di giovane animatore del gruppo dopo cresima, i campi scuola vicariali delle medie e superiori. «La vocazione – racconta – è nata quindi gradualmente dagli anni delle superiori fino agli anni dell’università». La svolta decisiva avvenne a un campo scuola a Oga di Bormio, e in particolare durante l’adorazione eucaristica dell’ultima sera: « È lì che sentii forte la chiamata e decisi finalmente di fidarmi di Dio e di entrare in seminario. A quel campo camposcuola conobbi anche don Simone Giusti (monsignor Giusti, attuale vescovo di Livorno, ndr), la mia futura guida spirituale; fin da subito egli credette in me aiutandomi con tanta pazienza e tenacia nel discernimento vocazionale. Dal giorno del mio ingresso in seminario tante sono le cose che sono accadute e che hanno però permesso alla mia vocazione di non venire mai meno, ma anzi di rafforzarsi e di aprirsi a una maggiore dimensione ecclesiale». Lorenzo Bianchi, in questi anni, ha prestato servizio nelle comunità parrocchiali di S. Maria Madre della Chiesa e S. Marta con monsignor Luigi Gabriellini e, dallo scorso anno, nell’unità pastorale della Valgraziosa con monsignor Antonio Cecconi e il viceparroco don Luca Facchini. Da quel «coraggio» che l’ha fatta entrare in seminario ad oggi, come è cambiato Lorenzo? «Mi sono rafforzato nella vocazione – risponde – ed ora vivo con gioia e trepidazione la vigilia del diaconato, nella certezza che il Signore mi sosterrà sempre nel mio cammino».Simone Binelli, classe 1971, proveniente dalla parrocchia di San Francesco a Vittoria Apuana (piccola frazione di Forte dei Marmi). Primo di due figli maschi e zio felice di due nipotini: «I miei genitori sono stati il mio primo esempio di santità. Mi hanno insegnato la cura semplice delle cose, la straordinarietà dell’ordinario». «Sono cresciuto – continua – a metà strada tra il luccichio artificiale delle vetrine di forte dei Marmi e il silenzio naturale della campagna versiliese. Questa diversità di ambienti, ha caratterizzato un po’ tutta la mia vita. Lo dico perché vivo la mia vocazione come la possibilità di una seconda vita e perché guardo al passato con grande senso di riconoscenza ». «La guida di padre Domenico Remaggi (frate francescano cappuccino), la figura di San Francesco e il gusto per la Parola sono (assieme alla mia famiglia) i tre sentieri diversi che mi hanno portato all’ingresso in seminario. Ho vissuto il seminario con grandi ambivalenze. Ritrovarsi a fare un percorso ideato per la crescita di ragazzini, a tratti, non è stato facile; per contro credo che il seminario sia la formula più idonea per una formazione davvero completa dell’individuo Vivo l’attesa del diaconato che verrà come un evento di grazia immeritato. Ringrazio fin d’ora i miei formatori per la pazienza che hanno avuto e con loro tutte le persone che mi sono state vicino». Federico Franchi, Lorenzo Bianchi e Simone Binelli (cresciuto nella parrocchia di San Francesco in Vittoria Apuana, con anni di servizio in Santo Stefano extra moenia a Pisa, poi a Barga e quindi nell’unità pastorale di Riglione-Oratoio) potranno contare anche sulla preghiera dei fedeli che li hanno conosciuti e della chiesa pisana tutta che si prepara ad accogliere i tre nuovi diaconi.