Entra in vigore oggi il Trattato di Lisbona che, oltre alla riforma delle istituzioni Ue, introduce nel diritto primario dell’Unione Europea un articolo di gande importanza per le Chiese. In una nota diffusa oggi, la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), osserva che con l’articolo 17 del Trattato, l’Unione europea riconosce l’identità e il contributo specifico delle Chiese e su tale base intrattiene con esse un dialogo aperto, trasparente e regolare’. In virtù di tale articolo, le Chiese e le comunità religiose potranno rafforzare il proprio dialogo con la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europei e contribuire in modo più efficace alla riflessione politica europea. Ispirandosi alla dottrina sociale della Chiesa e forti della propria esperienza sul campo, le Chiese potranno intrattenere un dialogo critico e costruttivo con i responsabili decisionali europei sulle politiche elaborate dall’Unione europea. Oggi, alla vigilia di un nuovo decennio, le sfide urgenti che preoccupano l’Ue e le Chiese, si legge ancora nella nota, sono le stesse: la solidarietà con i più deboli all’interno delle nostre società, l’economia al servizio dell’uomo, la solidarietà intergenerazionale e con i paesi in via di sviluppo, il cambiamento climatico e la conservazione del creato, l’accoglienza degli immigrati e il dialogo interculturale.Le Chiese d’Europa sottolinea ancora la Comece – accolgono quindi volentieri il dialogo con l’Unione europea come strumento che permetterà loro di accompagnare più efficacemente l’Unione europea a divenire una comunità di popoli e di valori, consapevole delle proprie responsabilità, unita ed accogliente. In questi ultimi anni è stato di fatto avviato un dialogo tra le istituzioni europee e la Comece e i suoi partner ecumenici. Grazie a tale «dialogo di fatto» – prosegue la nota – la fiducia tra le istituzioni europee e le Chiese è cresciuta con gli anni. La Comece si augura che questo dialogo possa ora intensificarsi e approfondirsi in base all’articolo 17. Di qui l’appello dei vescovi europei alle Chiese e ai cristiani attraverso l’Europa, affinché colgano questa opportunità di dialogo per contribuire con competenza ed umanità al progetto europeo. Prossimamente, la Comece presenterà, unitamente ai propri partner ecumenici della Kek (Conferenza delle Chiese europee), alcune proposte concrete alla Commissione, al Parlamento e al Consiglio europei per ancorare tale dialogo ad una pratica istituzionale regolare.Sir