La tratta delle persone è uno dei drammi del nostro tempo. Ci appelliamo ai capi di stato e di governo, alle organizzazioni internazionali, a tutti gli uomini di buona volontà per un impegno globale per stroncare una piaga e una vergogna dell’umanità. È l’appello scaturito a conclusione del Congresso internazionale “Religiose in rete contro la tratta”, che dal 2 giugno fino ad oggi pomeriggio ha riunito a Roma 52 suore di 20 paesi e 31 congregazioni diverse. Il Congresso era organizzato dalla Unione Internazionale delle Superiore generali (Uisg, che riunisce 900 superiori di congregazioni religiose femminili in rappresentanza di 800 mila suore cattoliche) e dalla Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim presente in 124 paesi), partner delle religiose per i corsi di formazione organizzati dal 2004. Nel documento finale, le suore denunciano che le donne vittime della tratta finiscono sulla strada a prostituirsi, preda di sfruttatori senza scrupoli e di un mercato del sesso basato su una falsa idea di predominio del mondo maschile che non viene ancora contrastata abbastanza. Le religiose, inoltre, rilevano che le politiche statali non fanno abbastanza per strappare le donne dalla strada: semmai, ogni stretta repressiva contro l’emigrazione non fa altro che dare nuova linfa al traffico illegale. La tratta è uno degli effetti della globalizzazione della povertà e della fame, contro cui i governi intraprendono solo una lotta a parole, si legge nel documento finale, dove le suore ribadiscono che aumenterà nel prossimo futuro l’impegno delle religiose, con iniziative comuni e di sensibilizzazione a livello di opinione pubblica, con un maggiore coordinamento e ulteriore lavoro in rete. Dal 2004, grazie alla collaborazione con l’Oim informano le promotrici dell’iniziativa – sono stati realizzati corsi di formazione per 400 suore in tutto il mondo. In Italia, in modo particolare, le suore hanno strappato dalla strada decine e decine di donne. “Con questo Congresso abbiamo fatto un passo avanti nella consapevolezza di impegnarci ancora di più, come donne di fede, suore cattoliche, persone che si prendono cura dei deboli e degli indifesi, perché evangelizzazione e promozione umana vanno insieme”, ha dichiarato suor Victoria Gonzalez de Castejon, segretaria generale della Uisg. “Il prossimo passo consisterà in un maggiore coinvolgimento delle Congregazioni maschili in quanto possono fare molto per contrastare la mercificazione e lo sfruttamento della sessualità da parte degli uomini”, ha aggiunto padre Pietro Trabucco, segretario generale della Unione Superiori Generali (Usg che riunisce 226 superiori di congregazioni maschili in rappresentanza di 200 mila religiosi).Sir