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TRATTA: CARITAS DI ROMA, 700.000 DONNE E BAMBINI OGNI ANNO VERSO L’UE

27 milioni di “schiavi” nel mondo, ossia di esseri umani vittime della tratta o di altre forme di sfruttamento. E ogni anno circa 700.000 donne e bambini attraversano illegalmente i confini dell’Europa occidentale, tra cui 120.000 dai Paesi dell’est, attraverso diversi percorsi che si dirigono tutti verso l’Unione europea. Il 50% sono donne che non conoscono la loro reale situazione. Per contrastare questo drammatico fenomeno legato ad una criminalità tecnologicamente organizzata ed estesa a livello mondiale, non basta la repressione, ma occorre un lavoro di prevenzione e collaborazione tra forze dell’ordine, magistratura, governi, organismi non governativi e società civile.

E’ la conclusione a cui giunge un progetto durato un anno e illustrato oggi a Roma durante la Conferenza su “La rete transnazionale nella lotta alla tratta degli esseri umani”, organizzata dalla Caritas di Roma nell’ambito del programma della Commissione europea Agis 2003. Erano presenti i rappresentanti delle autorità pubbliche e di organizzazioni impegnate su questo fronte in Italia, Grecia, Spagna, Lituania, Lettonia ed Estonia, tutti Paesi (“di origine”, “di destinazione” e “di transito”) dove si sono svolti seminari di approfondimento sul fenomeno per individuare buone prassi e nuove forme di collaborazione.

Mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas di Roma, ha definito la tratta come “uno dei fenomeni più nuovi e pericolosi dei nostri tempi”, per cui bisogna lavorare sulla “coscientizzazione”, visto che “assistiamo ad una specie di dissociazione, con gente che denuncia a parole situazioni di degrado sulle strade ma poi sono i primi ad usufruirne”: “Il cliente non è così immaginario – ha detto mons. Di Tora -. E’ proprio la persona media, che lavora e che magari parla male degli immigrati”. Da qui la necessità di “un impegno e di un lavoro di rete tra Paesi di provenienza e di arrivo”. La Caritas di Roma ha lavorato in Ucraina per un anno, con un progetto illustrato da Lê Quyên Ngô Dình, responsabile del settore immigrazione, durante il convegno sulla tratta di esseri umani che si è svolto oggi a Roma. “Ci siamo resi conto di molti nostri cliché – ha detto -. Le donne trafficate non sono minorenni inconsapevoli ma donne di 25-28 anni che vengono ingannate con la prospettiva di un lavoro onesto in Italia e si trovano invece in circuiti diversi. C’è quindi una disponibilità iniziale mal riposta, mentre da parte della società ucraina c’è una diffusa omertà a riconoscere che le persone erano in parte consapevoli”.

Secondo Pier Luigi Vigna, procuratore nazionale antimafia, assistiamo ad una sorta di “criminalità consensuale”, senza “una vera distinzione tra carnefice e vittima, per questo diventa sempre più difficile rompere questo legame”. La soluzione, a suo avviso, “non è la penalizzazione del cliente ma la prevenzione”.

Bruno Brattoli, presidente della Commissione interministeriale tratta, ha elencato alcune cifre: dal 2000 al 2004 sono stati approvati 296 progetti di protezione sociale, 28.000 persone contattate e accompagnate ai servizi sociali, 7000 inserite nei progetti, di cui 5370 seguono corsi di formazione e 3500 svolgono attività semi-lavorative. Buoni i risultati nei numeri ma scarsi i fondi, “ancora l’equivalente dei dieci miliardi di vecchie lire stanziate”, mentre i progetti necessitano di “attenta vigilanza sulla gestione”.Sir