“I tagli ai treni sono uno schiaffo alla sostenibilità ambientale e se il Governo decide di non intervenire nella copertura dei costi, lasciando a Trenitalia la scelta di tagliare i servizi meno remunerativi, saranno i meno abbienti a rimetterci di più”. Ha accusato così questa mattina Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana, durante una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di. Ermete Realacci, il Ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del Pd. Franco Ceccuzzi, primo firmatario dell’interpellanza urgente al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sul futuro dei 20 intercity ed eurocity in via di soppressione e dei rappresentanti di alcuni dei comitati dei pendolari sorti in Toscana. “E’ sempre più chiara l’impronta di questa maggioranza – continua Baronti – Si toglie l’ICI mettendo in crisi gli enti locali erogatori di servizi, si lasciano dimezzare gli intercity, che accanto ai treni regionali garantiscono l’efficacia della rete del trasporto locale su ferro e che rappresentano il mezzo di trasporto per chi coscientemente ha scelto di viaggiare ecologicamente. Ma per le grandi opere dannose per l’ambiente i fondi li trovano”. Con una mano si prende e con l’altra si toglie – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del Pd, Ermete Realacci – Uno degli effetti dell’abolizione dell’ICI è lo sconcertante taglio dei treni dalle tratte Toscane, una misura che penalizzerà fortemente i pendolari e congestionerà ulteriormente il traffico automobilistico. Per questo ho presentato un’interrogazione parlamentare urgente al Ministero dei Trasporti in cui si evidenzia come questo provvedimento inciderà particolarmente sulle fasce meno abbienti della popolazione e i pendolari che saranno costretti a lunghi percorsi alternativi per raggiungere il posto di lavoro o ad abbandonare il trasporto pubblico per quello privato. Il Governo deve intervenire con urgenza per recuperare questa grave e inammissibile decisione. Il trasporto su ferro resta, infatti, una misura strategica per combattere la congestione stradale e le emissioni inquinanti che provengono dal trasporto su gomma. Legambiente teme gli effetti scoraggianti circa l’uso del trasporto pubblico che questi tagli verrebbero a creare. Senza contare i problemi oggettivi per i pendolari e per quei territori, come Arezzo e Chiusi, che verrebbero tagliati fuori dai collegamenti nazionali. Capisce e condivide quindi le ragioni dello sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Uil per il prossimo 16 giugno. L’associazione ambientalista sa anche di non poter chiedere un maggiore impegno alla Regione, che in questo caso si è attivata da tempo per sostenere il sistema ferroviario regionale, dando la propria disponibilità ad investire 10 milioni in più sulla linea tirrenica, oltre ai 30 milioni già impegnati sui treni regionali. Condivide e apprezza gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio ed ottenere un incremento consistente della popolazione pendolare, dagli attuali 200 mila ai 500 mila passeggeri. Per sostenere queste politiche e far sentire la voce dei 200 mila pendolari toscani, Legambiente propone ai parlamentari eletti in Toscana una giornata sui treni della nostra regione, in data da stabilire, ma prevista per il mese di luglio, proposta subito accolta da Ermete Realacci e Franco Ceccuzzi. Legambiente ha deciso, inoltre, di organizzare, coinvolgendo i comitati toscani dei pendolari, un’edizione speciale della campagna Pendolaria il prossimo settembre, una giornata di mobilitazione e presidi nelle stazioni ferroviarie maggiormente colpite dai disagi, in favore di un trasporto ferroviario locale più forte e moderno, dal momento che viaggiare in treno significa meno automobili sulle strade, meno inquinamento e città più vivibili. Partirà, infine, una petizione nazionale rivolta al governo affinché nella prossima legge finanziaria sia recuperato quel provvedimento denominato “Mille treni per i pendolari”, inserito nella finanziaria del governo Prodi e perso per strada. (cs)