In ossequio al principio della trasparenza gradirei sapere quale cifra viene corrisposta, e da chi, agli arcivescovi, vescovi, parroci e diaconi e se è la stessa identica su tutto il territorio nazionale oppure no. Noi, perché la cosa interessa anche ad altri amici un po’… ficcanaso, vorremmo sapere quello che avviene in provincia di Lucca.Renzo OrsiOrbicciano (Lu)Con la revisione del Concordato e l’abolizione della «congrua», spetta ai fedeli provvedere al sostentamento dei sacerdoti attraverso le cosiddette «offerte deducibili». Quando quest’ultime non sono sufficienti (e purtroppo è così) si ricorre a parte dell’«Otto per mille» Irpef, destinato primariamente alle necessità di culto e di pastorale e all’azione caritativa. Per le sue necessità ogni sacerdote può prelevare dalle offerte parrocchiali 0,07230 euro al mese per abitante. Poiché almeno la metà delle 26 mila parrocchie ha meno di mille abitanti, per molti sacerdoti questa fonte di reddito è irrisoria (72,30 euro con mille parrocchiani; molto spesso sono i parroci a dover far fronte di tasca loro ai bisogni della parrocchia). Ecco allora il sistema perequativo (cioè che garantisce a tutti la stessa cifra, a parità di anzianità e di incarichi): l’Istituto centrale per il sostentamento versa un’integrazione che porta ad un minimo di 811,44 euro netti al mese, che arrivano a 1.244,72 euro netti per un vescovo ai limiti della pensione, tenendo conto anche di eventuali stipendi (per esempio come insegnanti) o pensioni. I diaconi, invece sono fuori da questo meccanismo. Vi sono poi le offerte per la celebrazione delle Messe, il cui importo minimo viene fissato dal vescovo. Se un sacerdote celebra quotidianamente più di una messa con intenzione dell’offerente, deve versare al vescovo parte della stessa che sarà gestita ai sensi del canone 946 per opere di culto, pastorale, clero, carità. Il sacerdote è comunque tenuto a celebrare settimanalmente una messa pro populo a favore della comunità ecclesiale senza nessuna offerta dei fedeli. Se le mie spiegazioni non sono state sufficienti può rivolgersi all’incaricato diocesano per il sostentamento, che le saprà dare ulteriori delucidazioni. Per la diocesi di Lucca è don Emiliano Citti.Claudio Turrini