Toscana
Tram Firenze. Sindaco spegne polemica: no liti con sovrintendente
«Non vedo nessun problema, l’importante è che dopo i no ci siano proposte costruttive per migliorare il progetto». Quindi «non sono preoccupato, andiamo avanti e se qualcuno si aspetta la polemica tra il sindaco e il sovrintendente si sta sbagliando». Ventiquattro ore dopo le cannonate del sovrintendente ai beni culturali e paesaggistici, Andrea Pessina, sul progetto della linea 3.2, la corsa a sud del tram che collegherà Firenze con Bagno a Ripoli, il sindaco Dario Nardella continua a fare il pompiere e non apre un braccio di ferro pubblico. Per Pessina, infatti, c’è un problema grande come tutti gli alberi di viale Matteotti, quelli che il progetto prevede di abbattere e su cui la sovrintendenza ha posto un «veto» deciso con una intervista uscita ieri su «La Nazione». Il sindaco parla a margine della presentazione dei lavori che interesseranno il Corridoio Vasariano, dopo aver stretto la mano calorosamente proprio al sovrintendente.
Nardella, in sostanza, non si scompone: «Ho già parlato con Pessina: a breve ci vedremo e troveremo delle soluzioni». Certo, dice, «i cittadini del quartiere 3 vogliono la tramvia, è un servizio importante che è giusto dare», e tuttavia «è anche giusto avere la massima attenzione sia sull’impatto al patrimonio storico e artistico, che sulla tipologia dei cantieri. Cantieri che, come ho già detto, dovranno durare pochissimo, senza creare problemi ai cittadini». Così, garantisce, «fino a quando non sarà tutto pronto e curato nei minimi particolari non cominceremo con i lavori. La preoccupazione di fare un progetto bello, che impatti il meno possibile e che sia funzionale senza creare disagi è prima di tutto del sindaco».
Nardella, però, non molla la presa sulla bontà del tram, che «sta avendo un grande successo come stiamo vedendo in questi giorni. C’è qualche critica, infatti, sulla linea 2 perché è già troppo piena. La cosa simpatica è che prima si lamentavano tutti, perché non la volevano, ora la vogliono in troppi». Il primo cittadino, infine, mostra fiducia anche sulle tempistiche, che «vanno rispettate altrimenti perderemo i fondi europei. Per ora però siamo assolutamente nei tempi, perché la conferenza dei servizi è aperta». Ed «è chiaro che la sovrintendenza dovrà dare un parere, e in questo dovrà dare delle prescrizioni. In un modo e in altro dovremo uscirne e su questo lavoreremo insieme. Non vedo quale sia il problema». Si sta pensando anche ad un passaggio alternativo a quello sul viale in questione? «Siamo già all’opera per studiare soluzioni tecniche», taglia corto il sindaco.
Anche il sovrintendente Andrea Pessina si dimostra conciliante: «Voglio che sia chiara una cosa, il problema riguarda solo il tratto tra piazza della Libertà e viale Matteotti. Sulla linea 3.2» del tram «in generale siamo d’accordo, anche sulla realizzazione un nuovo ponte» sull’Arno «che potrebbe essere un bell’esempio di architettura contemporanea». Certo, spiega a margine della presentazione dei lavori nel Corridoio Vasariano, «il tema degli alberi è quello più delicato». Perché modificando «la disposizione dei filari, allargando cioè la sede centrale» del viale da destinare al tram, «si va ad alterare un disegno storico della seconda metà dell’Ottocento tracciato dal Poggi. Poi, naturalmente io non ho mai l’ultima parola: sopra di me c’è il ministero e il Consiglio dei ministri, quindi si vedrà. Vorrei avere però almeno un’altra proposta per vedere se possiamo comunque venire incontro alle legittime esigenze di mobilità dei cittadini evitando di aprire una ferita profonda».
Di mezzo, quindi, c’è solo la tutela di un’idea antica quasi due secoli. Non il piano generale di sostituzione del patrimonio arboreo messo in campo da Palazzo Vecchio. Davanti alle questioni di sicurezza, infatti, «non si può essere talebani. Gli alberi hanno una loro vita e noi in questo siamo d’accordo con il Comune: periodicamente vanno manutenuti e poi ripiantati», dice Pessina ricordando i crolli legati ai temporali che hanno colpito Firenze negli ultimi anni.
Tornando al tram, il sovrintendente si sofferma anche su un’altra criticità: «Ci sono alcune cose che forse vanno riviste. Troviamo un po’ impattante il deposito e l’officina collocata a Bagno a Ripoli, in un’area che comunque ha mantenuto un suo pregio, una sua vocazione verde che così forse verrebbe saturata. So che il Comune di Bagno a Ripoli ha presentato le stesse osservazioni e sicuramente i progettisti adesso provvederanno ad rielaborare» soluzioni alternativi. Ci sono, infine, «i pesanti problemi archeologici. Ma io tutto sommato sono abbastanza fiducioso perché in genere le opere del tram non scendono mai ad una grande profondità».