Italia
Tragedia a Livorno: quattro bambini muoiono nell’incendio della loro capanna
Due dei quattro bambini erano sordomuti: Eva, 10 anni, e Nengi, 4. I due erano fratello e sorella. Nel rogo è morto anche un terzo fratello, Danchiu, 8 anni e un quarto bambino, Lenuca di 6 anni. E’ quanto ha riferito ai giornalisti dallo zio dei piccoli, marito di una quarta sorella, Maria, 15 anni, che vive in un campo rom a Pisa. I genitori dei tre bambini si chiamano Nengi Clobotar, il padre, e Uca Calderar, la madre. I genitori di alcuni dei bambini morti sono stati ascoltati in Questura dagli inquirenti per ricostruire le dinamiche dell’accaduto. Oltre a loro, nomadi che vivono di espedienti e lavando i vetri per le strade, sono state ascoltate anche altre 12 persone di nazionalità romena. Si tratta, hanno spiegato gli inquirenti, della comunità più vicina alle vittime e ai loro familiari. Tra questi c’è anche una bambina, verosimilmente anche lei tra gli abitanti della baracca andata a fuoco. La zona in cui si è verificato l’incendio confina con alcuni orti e le persone che vi lavorano hanno infatti raccontato di avere notato spesso la presenza di cinque bambini.
L’incendio, riferiscono i vigili del fuoco, si è verificato verso l’una di notte e quando i pompieri sono arrivati hanno trovato la baracca, sotto un cavalcavia, alla periferia di Livorno, completamente in fiamme. Al comando dei Vigili del fuoco è arrivata una chiamata per un incendio di sterpaglie, ma quando i pompieri sono arrivati sul posto indicato, hanno trovato una baracca di legno e lamiere completamente avvolta dalle fiamme. Le persone della zona hanno subito fatto presente che si trattava di una capanna frequentata da rom. Spento l’incendio, i Vigili del fuoco hanno trovato i corpi semicarbonizzati dei quattro bambini.
“Abbiamo la certezza che le due persone notate da testimoni allontanarsi dal luogo dell’incendio sono i genitori di alcuni dei bambini morti tra le fiamme”. Lo ha detto il pm Antonio Giaconi che ha aggiunto che restano da accertare le ragioni del loro allontanamento. Il pm ha spiegato che il fuoco “é divampato nell’accampamento improvvisato, composto da sei-sette baracche tutte distrutte dal fuoco” ed ha precisato che la quinta bambina, appartenente alla stessa comunità, è in questura. Lunedì si svolgeranno le autopsie sulle quattro salme, un esame fondamentale per capirne di più sulla dinamica dell’accaduto”.
Una vicina: “Insegnavo loro l’italiano”
“Ogni tanto venivano da me, volevano imparare l’italiano. Io scrivevo le parole su un foglio e loro le copiavano. A volte mi davano anche una mano nell’orto”. Lo racconta una signora, ricordando i quattro bambini morti a Livorno nel rogo di una capanna. Lei ha infatti un piccolo orticello vicino al luogo in cui è avvenuto l’incendio. “Con mio marito – spiega – cercavamo di accontentarli. Allora io scrivevo su un foglio parole come nonno, nonna, babbo, mamma, e loro le copiavano sotto. A volte mi davano anche una mano quando vedevano che stavo raccogliendo i pomodori”. “Quando ho scoperto che sotto il cavalcavia erano state costruite quelle baracche – ha raccontato un’ altra persona che abita nelle vicinanze – ho chiamato i vigili urbani. Mi hanno detto che si trattava di una sistemazione provvisoria e di chiamare la polizia se ci fossero stati problemi. Ieri ho incontrato uno di quei rom e gli ho chiesto come facessero a star lì con la pioggia che è caduta nei giorni scorsi. E lui mi ha risposto che si erano riparati grazie a dei teloni di nylon. Mah, mi sembrava un po’ pochino, il nylon”.