Prato
Tradizione familiare e legame col territorio
«Siamo spietati nella critica a noi stessi e lo facciamo da sempre, ma allo stesso tempo noi pratesi siamo capaci di rimboccarci le maniche, insieme, per andare avanti». Lo ha sottolineato il Sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli intervenendo sabato scorso, 6 febbraio, alla cerimonia di consegna del Premio Santo Stefano 2015-2016 condotta dalla giornalista di Tv Prato, Giulia Ghizzani.
L’onorevole Giacomelli era l’ospite d’onore della sesta edizione del riconoscimento che la città di Prato dedica alle aziende che sanno eccellere nel rispetto delle regole e della concorrenza. «Il Governo che io qui rappresento – ha detto il Sottosegretario – è presente per portare l’incoraggiamento del Premier e del Consiglio dei Ministri. A Roma non ci siamo dimenticati gli impegni espressi dal “tavolo per Prato” nel contrasto all’illegalità che rilanciamo insieme alla riduzione degli oneri dell’energia per internazionalizzare ancora di più le nostre aziende». Giacomelli ha voluto rassicurare la platea, davvero numerosa, dell’auditorium della Camera di Commercio composta da tutte le autorità civili e militari della città, dai rappresentanti delle categorie economiche e sindacali, e naturalmente dai tre vincitori dello «Stefanino»: Filati Be.Mi.Va., Fratelli Bacciottini e Tenuta di Capezzana.
L’emozione delle aziende premiate. Tanta emozione per i titolari e i dipendenti delle aziende che si sono aggiudicate il Premio, un’opera in bronzo, sasso, plexiglass e oro realizzata dall’artista pratese Gabriella Furlani.
Sorpresa per questo riconoscimento la ditta tessile Be.Mi.Va., il cui nome è composto dai cognomi dei soci: Benesperi, Miliotti e Vannini, con quest’ultimo, il fondatore dell’impresa, il novantunenne Sergio presente alla cerimonia. «Siamo orgogliosi per questo Premio e ci spinge ad andare avanti, oggi che siamo giunti alla terza generazione», ha detto Marco Benesperi, e poi ha sottolineato: «siamo legati al nostro territorio, mai ci siamo fatti attirare dalle sirene della delocalizzazione».
Sul palco per ritirare lo Stefanino sono saliti i fratelli Silvano e Aldemaro Bacciottini insieme ai propri figli. «Per noi, dopo 43 anni di attività e di duro lavoro, è un onore essere additati come esempio di imprenditori che hanno voglia di rischiare continuamente. Se siamo arrivati a questo risultato dobbiamo ringraziare dipendenti e collaboratori».
Emozionato anche Vittorio Contini Bonacossi, figlio del Conte Ugo e titolare insieme ai fratelli della Tenuta di Capezzana, la prima azienda del settore vincolo-oleario a ricevere il Premio Santo Stefano. «Spesso – ha detto Vittorio – siamo stati lodati per il vino e l’olio, ma è la prima volta che veniamo premiati per la nostra idea di lavoro, per il nostro team. Sono cose ti colpiscono al cuore. Ringraziamo i nostri genitori, scomparsi non molto tempo fa, per il segreto che ci hanno trasmesso: la nostra tradizione deve essere in continua evoluzione». Inoltre lo Stefanino arriva sul Montealbano – Capezzana si trova a Seano – in un periodo particolare: i 300 anni del riconoscimento della denominazione di origine del vino di Carmignano, voluta dai Medici nel 1716.
Le parole del Comitato promotore. I membri del Comitato promotore del Premio, intervenuti ad inizio cerimonia, hanno ricordato quanto sia importante ricordarsi di Prato, della città e del suo distretto, anche per le eccellenze, che vanno indicate ad esempio per tutti. «I veri protagonisti siete voi – ha detto il presidente della Camera di Commercio Luca Giusti, che ha parlato per primo, come “padrone di casa” –, voi dimostrate il volto vero di Prato, che non è soltanto il piccolo spaccato che distorce la nostra immagine e non rappresenta l’insieme».
«Non ci nascondiamo di fronte ai problemi, mai lo abbiamo fatto e mai lo faremo, – ha detto il sindaco e presidente della Provincia, Matteo Biffoni – li vogliamo superare, ma oggi siamo qui per dimostrare che la città è soprattutto questo: – ha affermato indicando le aziende presenti – imprese che continuano a investire e innovare, generazioni che si susseguono portando il nome di Prato, e la sua qualità, nel mondo. Il lavoro – ha concluso il Sindaco – è lo scheletro sul quale Prato ha saputo e saprà cercare il proprio percorso virtuoso».
Il vescovo Franco Agostinelli ha ricordato le parole del Papa in occasione della sua visita in città lo scorso 10 novembre: «Quello che viene premiato è il “lavoro degno” che ci portava ad esempio Francesco dal pulpito di Donatello, fondato sul rispetto e sull’accoglienza dell’altro. Non ci dimentichiamo mai che il lavoro è determinante per la vita delle persone, ne va della loro serenità. Io sto compiendo la visita pastorale e questo mi permette di incontrare molte aziende pratesi: non posso che plaudire alla grande capacità di intraprendenza e alla determinazione del vostro agire».
La presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Fabia Romagnoli, ha osservato come «Il Premio Santo Stefano sia diventato ormai un appuntamento importate per tutta la città, ci dà occasione di ritrovarci per riflettere sulla realtà del nostro territorio. Quello che stiamo vivendo – ha aggiunto – è un cambiamento di epoca, ce lo ricorda Papa Francesco, noi non dimentichiamoci di portare sempre avanti, nonostante tutto, i valori che fondano la nostra società civile. Lo Stefanino, ogni anno, ce lo ricorda».
Giacomo Cocchi