Vita Chiesa
Tra fede, ragione e scienza è tempo di riconciliazione
Il professor Galleni ha giustamente sottolineato la particolare «vocazione» di Pisa come città del dialogo tra scienza e teologia, un dialogo che è divenuto, in occasione di interessanti convegni, motivo di incontro fra le diverse Chiese cristiane (cattolici e ortodossi) e anche con l’Islam. Un dialogo mediterraneo che ha le sue radici negli antichi studiosi che hanno vissuto sulle sponde di questo mare e che tanto hanno influito sul pensiero e sulla scienza moderna: Fibonacci, mercante e matematico pisano che scrisse trattati di geometria e algebra, Averroè, scienziato arabo spagnolo che distinse l’ambito dell’indagine razionale da quello della rivelazione coranica, Galileo, iniziatore del moderno metodo scientifico.
Le progressive scoperte della scienza sono state uno stimolo per i teologi ad approfondire la conoscenza del libro sacro ed a ricercare nuovi metodi di lettura ed interpretazione della Parola della Bibbia. Quello che era successo per Galileo riguardo allo spazio si ripete per la scoperta dell’evoluzione di Darwin che, osservando le trasformazioni nel tempo, pone nuove domande e offre nuove strade di ricerca alla teologia.
Il professor Paolo Nepi ha affrontato il tema complesso del dialogo fede-ragione elencando una serie di «umiliazioni» che l’umanità ha dovuto subire proprio ad opera della ragione. L’uomo che per secoli si è creduto al centro dell’universo si è ritrovato prima in un piccolo pianeta sperduto in uno spazio infinito (Copernico), poi Darwin ha scoperto che l’uomo è solo un discendente delle scimmie, Marx ha sostenuto che le sue scelte culturali e religiose non sono derivate dalla libertà e volontà ma dal contesto economico nel quale la società si veniva a trovare e infine Freud ha ritenuto che molte delle azioni dell’uomo sono dovute a reazioni inconsce, dovute a impulsi naturali o a esperienze remote. Un altro paradosso della modernità lo abbiamo vissuto nel secolo scorso quando, proprio nel cuore dell’Europa, dove avevano vissuto i più grandi pensatori, studiosi ed artisti della storia moderna, si è prodotto quel “mostro” che ha preso corpo nel nazismo e nelle sue opere nefande.
Il pericolo è quello di contrapporre scienza e ragione, scienza e fede, ponendo un «aut-aut»: o solo la fede o solo la ragione. In questo modo si sconfina facilmente nel fideismo o nel razionalismo che sono entrambi visioni parziali dell’uomo. «La fede senza la ragione è come la colomba che pensa di volare meglio senza l’aria» dice Kant, d’altra parte anche la ragione non comprende tutto l’uomo: «il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce».
La visione corretta è invece «et-et»: fede e ragione, come dice l’enciclica Fides et ratio in una bella immagine, sono le due ali dell’animo umano.
Il tema scelto quest’anno dall’Azione Cattolica per il Progetto cittadinanza è assai impegnativo ma già in questo primo incontro di preparazione al Colloquio sono state aperte molte finestre. Si è avvertita la necessità di riprendere in mano qualche libro o qualche enciclica, un po’ dimenticati sia per riuscire a capire meglio il nostro tempo sia per riportare questi temi sul piano del dialogo costruttivo superando la contrapposizione sterile e un po’ ignorante delle «tifoserie» laiche e cattoliche alle quali abbiamo assistito anche in questi giorni a proposito della legge sulla fecondazione assistita.
L’appuntamento per tutti gli interessati è per il prossimo incontro di preparazione che si terrà a Firenze la mattina di domenica 11 gennaio, presso la sala Chiostrini del Convento di San Marco, con gli interventi del Vescovo di Livorno, Diego Coletti e del professor Piero Tani, dell’Università fiorentina.
Alle 9,30 incontro di studio con il vescovo di Livorno Diego Coletti sul tema «Fede, cultura e culture: l’unità della persona, i percorsi della vita comune». Piero Tani, docente all’università di Firenze, parlerà su «Scienza e coscienza: Unità della conoscenza, i percorsi della ricerca». Alle 12,30, Messa celebrata da mons. Coletti nella basilica di San Marco.