Toscana

Tra dieci anni l’Arno non farà più paura

di Ennio CicaliÈ l’incubo dei toscani: l’alluvione del 1966 che mise sott’acqua buona parte della Toscana. Tra i maggiori responsabili, l’Arno e i suoi affluenti. Secondo le statistiche potrebbe succedere ogni duecento anni. Oggi, però, basta una pioggia più abbondante per entrare in fibrillazione. Sono passati trentotto anni, si sono fatti tanti progetti e qualche lavoro, ma l’Arno continua a fare paura.

Nei prossimi anni qualcosa potrebbe cambiare, grazie al Piano di assetto idrogeologico dell’Arno – il Pai – che consentirà di avviare i primi lavori. Si tratta di un grande piano che detta le linee guida per la messa in sicurezza idrogeologica dell’intero bacino dell’Arno e di città d’arte come Firenze e Pisa. Il Piano, adottato di recente dal Comitato istituzionale, individua gli interventi per rimuovere il pericolo alluvioni e abbattere quello di frane. Oltre al piano per l’Arno è stato adottato anche quello per il bacino pilota del Serchio.

Il piano per l’Arno mette sotto osservazione 9200 chilometri quadrati di territorio di cui 375 con 8263 nuclei edificati ad alto rischio alluvione e 18,1 kmq con 853 nuclei edificati ad alto rischio frana. Questi alcuni dei numeri del piano che è stato illustrato dal ministro dell’Ambiente Altero Matteoli e dal segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Arno, Giovanni Menduni.

«Abbiamo varato – ha rilevato Matteoli – un piano concreto che fornisce indicazioni chiare ed efficaci per la messa in sicurezza dell’Arno. Lo strumento principale per attuare il Piano in maniera efficiente e tempestiva sarà quello dell’accordo di programma che serve a coinvolgere tutte le parti interessate in tempi brevi e con un percorso concordato».

Costo dei lavori più urgenti 200 milioni di euro, da spendere in dieci anni dal 2005. Metà li metterà il ministero dell’Ambiente, l’altra metà sarà a carico di enti locali, associazioni di categoria – Industriali e Conciatori, tra gli altri – e privati interessati a metter al sicuro le proprie attività: Armani, Dolce&Gabbana, Fendi, Gucci, Ungaro.

I primi interventi serviranno alla sicurezza del Casentino, Valdarno, Firenze, il distretto conciario, Pisa. I lavori nel Valdarno saranno in sinergia con le varianti delle statali 69 e 71. Alcune opere potrebbero partire già domani perché i progetti sono già pronti. Per ora il ministero ha in cassa solo 42 milioni di euro, che consentiranno di aprire i primi cantieri. Ne mancano ancora 58, enti locali e privati hanno già dato la loro disponibilità di massima a concorrere nelle spese.

Dal canto suo la Regione Toscana si è impegnata a mettere a disposizione 100 milioni di euro, dei circa 200 necessari, per dare attuazione immediata ai principali interventi previsti dal piano per l’Arno. È quanto è emerso in un incontro tra la Regione, rappresentata dall’assessore all’Ambiente Tommaso Franci, ed enti locali. «Le Province – ha detto Franci – collaboreranno con l’amministrazione regionale per coinvolgere i Comuni direttamente interessati dalla realizzazione degli interventi, al fine di creare le condizioni per la sottoscrizione di un accordo di programma che permetta di reperire le risorse necessarie per la realizzazione degli interventi più importanti».

In particolare la Regione pensa alle casse di espansione di Figline, di Roffia e di Montopoli che servono a mettere in sicurezza un’area molto vasta che va da Firenze al comprensorio empolese fino al distretto conciario e alla città di Pisa.

Fin qui i progetti per rendere più sicuro l’Arno. Ancora dieci anni, poi i toscani potranno stare tranquilli, anche se piove.

Gli altri baciniPochi giorni fa è stato approvato anche il Piano di assetto idrogeologico (Pai) del Serchio che mette sotto controllo idrogeologico un territorio che va dalla Garfagnana alla Versilia passando per la piana di Lucca, per circa 1500 chilometri quadrati di territorio. Il Piano individua 100 chilometri di territorio a rischio frana ed altrettanti a rischio alluvione e prevede una spesa nei prossimi 15 anni di circa 1 miliardo di euro per intervenire sul rischio idrogeologico. Alcuni interventi sono già stati messi in cantiere come quello che riguarda la Piana di Lucca, colpita dall’alluvione del 1991, o la messa in sicurezza di alcune aree a rischio.

«Si tratta di un lavoro importante – ha sottolineato il ministro dell’ambiente Altero Matteoli – che permette di avviare in modo coerente gli interventi per la messa in sicurezza dal rischio frana e alluvione in un territorio che, soprattutto in questi ultimi anni, ha sofferto di numerosi episodi di dissesto idrogeologico. Il territorio del bacino del fiume Serchio è infatti fragile ed ha bisogno di particolari cure e di una pianificazione attenta che questo piano ora può assicurare».

Le competenze sul territorio toscano, oltre che delle Autorità di bacino nazionali dell’Arno e del Serchio, sono di quelle interregionali del Fiora e del Magra, e dei bacini regionali dell’Ombrone, della Toscana Costa e della Toscana Nord.

La schedaBACINO DELL’ARNO• Estensione: 9.116 Km2 (20% pianura e 80% collina e montagna)• Regioni: Toscana, Umbria• Province: Arezzo, Firenze, Livorno, Lucca, Perugia, Pisa, Pistoia, Prato e Siena• Comuni: 166• Popolazione residente: 2,2 milioni di abitanti L’Alluvione del 1966• Superficie inondata: 1.500 Kmq sulla quale, oggi, insistono 125.000 edifici• Vittime: 54 nella città di Firenze e provincia• Portata a Firenze: 4100 mc/s a fronte di una capacità di 2.200 mc/s al Ponte Vecchio ALLUVIONIAree a pericolosità molto elevata• 357 Kmq di territorio pari a circa il 20% della pianura• 10.400 edifici a rischio (5,7 milioni di mq) dei quali 2.000 sono insediamenti produttivi• 42 Km di autostrade, 64 di ferrovie e 51 di strade statali Aree a pericolosità elevata o superiore di alluvioni• 633 Kmq di territorio pari a circa il 33% della pianura• 34.700 edifici a rischio (19,2 milioni di mq) dei quali 6.400 insediamenti produttivi• 86 Km di autostrade, 120 di ferrovie e 110 di strade statali Aree a pericolosità media o superiore• 1.345 Kmq di territorio pari a circa il 70% della pianura• 113.000 edifici a rischio (58,2 milioni di mq) dei quali 18.600 insediamenti produttivi• 277 Km di autostrade, 281 di ferrovie e 277 di strade statali FRANEAree a pericolosità molto elevata• 905 edifici a rischio (0,3 milioni di mq) dei quali 32 sono insediamenti produttivi, 0,7 Km di autostrade, 1,1 di ferrovie e 4,1 di strade statali Aree a pericolosità elevata o superiore• 480 Kmq di territorio pari a circa il 7% del territorio collinare• 10.840 edifici a rischio (3,1 milioni di mq) dei quali 450 insediamenti produttivi• 5,6 Km di autostrade, 17 di ferrovie e 38 di strade statali Aree a pericolosità media o superiore• 2.766 Kmq di territorio pari a circa il 38% del territorio collinare• 97.700 edifici a rischio (27,6 milioni di mq) dei quali 6087 insediamenti produttivi• 106 Km di autostrade, 99 di ferrovie e 255 di strade statali Il piano di bacinoL’obiettivo generale della sicurezza dell’intero bacino dell’Arno per eventi catastrofici (frane e alluvioni) richiede investimenti per oltre 2 miliardi di Euro. L’obiettivo immediato che, integrandosi con i numerosi interventi già in atto, consente la prima sicurezza idraulica dei principali centri abitati e delle aree a forte vocazione produttiva e infrastrutturale, può essere conseguito con lo stanziamento di 200 milioni di Euro che consentiranno 108 interventi contro il pericolo alluvioni e 95 contro quello delle frane. Ecco nel dettaglio gli interventi previsti. Valdarno Superiore e FirenzePer la messa in sicurezza di questa parte del bacino, comprendente anche Firenze, sono previste quattro casse di espansione nei comuni di Figline, Reggello e Incisa Valdarno e una allo sbocco del Torrente Ambra nel comune di Montevarchi oltre ad altre opere nel Casentino. I volumi di laminazione sono di 23 milioni di metri cubi per l’intervento maggiore e di 1,8 milioni di metri cubi a Montevarchi. La realizzazione di questi interventi è pensata in sinergia con la costruzione delle varianti alle ex strade statali 69 e 71 del Valdarno sulla linea di argine delle casse di espansione.

L’importo necessario al finanziamento degli interventi è pari a 60 milioni di euro.

Ombrone e bisenzioIl pacchetto di opere consente la prima sicurezza del territorio della città metropolitana ad Ovest di Firenze, nelle province di Firenze, Prato e Pistoia. In particolare si hanno ottime ricadute, per eventi ricorrenti ed eccezionali, su molti comuni tra i quali Signa, Campi Biesenzio, Carmignano, Poggio a Caiano, Quarrata, Sesto Fiorentino, Prato e Pistoia.

Si tratta di un sistema di casse di espansione piccole e medie, diffuse sul territorio in corrispondenza delle maggiori criticità, oltre ad interventi sul reticolo. È inoltre previsto un invaso ad uso plurimo a Praticello, lungo l’asta del Bisenzio in provincia di Prato: trattandosi di un invaso ad uso plurimo, oltre a laminare le piene dell’alto Bisenzio, è sinergico con la gestione della risorsa idrica e la produzione di energia rinnovabile. L’importo necessario al finanziamento degli interventi è pari a 40 milioni di euro.

Basso Valdarno e conciarioIl pacchetto di opere consentirà la messa in sicurezza del Valdarno inferiore con benefici anche per la città di Pisa. Si tratta di un plesso di quattro casse di espansione nei comuni di San Miniato, Fucecchio, Cerreto Guidi e Montopoli, oltre ad arginature sull’Arno e ulteriori interventi sul torrente Era. I volumi di laminazione sull’Arno sono di 25,5 milioni di metri cubi. L’intervento di Roffia è sinergico con la realizzazione di un polo sportivo internazionale costituito dal bacino remiero nell’ambito della cassa di espansione denominata Piaggioni. L’opera costituirà un notevole volano turistico nell’area, attivo per tutto l’anno. L’intervento, anche per questi motivi, è fortemente sollecitato dalla popolazione. L’importo necessario al finanziamento degli interventi è pari a 100 milioni di euro.Fonte: Autorità di Bacino

La Toscana fa i conti con l’effetto serra

Autorità di bacino del fiume Arno

Autorità di bacino del fiume Serchio

Autorità di bacino del Reno

Autorità di bacino del Magra

Bacino pilota del Tevere