Toscana

Tra Chiesa e Stato un dialogo sereno

Da sempre il ricevimento all’Ambasciata italiana presso la Santa Sede, nell’anniversario della firma del nuovo Concordato con l’Italia (quello firmato da Craxi e Casaroli), è un’occasione preziosa per «fare il punto» sui rapporti che intercorrono tra le due sponde del Tevere. Quest’anno è caduto nel mezzo delle discussioni sulla proposta di legge per regolarizzare le unioni civili, anche omosessuali, criticate più volte dal card. Camillo Ruini, presidente della Cei e sulle quali anche il Papa, pur senza mai citare espressamente il progetto italiano, ha ricordato la contrarietà della Chiesa a leggi che indeboliscano la famiglia.

Quest’anno il protocollo era stato modificato, rispetto agli anni precedenti. Le delegazioni si sono incontrate “a tappe”, a partire dalle 17, fino alle 19. Prima il Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone e il Presidente del Consiglio Romano Prodi. Nell’incontro nel quale «si è parlato con serietà e serenità, non solo dei problemi italiani», come ha spiegato ai giornalisti il card. Bertone, si è «parlato anche della famiglia, senza dubbio, nei termini che la Chiesa pone sempre con la sua chiarezza ma con il rispetto di tutte le istanze», e «anche delle provvidenze per le famiglie, come dice la Costituzione all’articolo 31, in particolare per quelle numerose». Nuovamente fermato prima di salire in macchina da un altro gruppo di giornalisti, posto ancora di fronte alla stessa domanda, il Segretario di Stato vaticano ha scherzato: «Dei “Dico” potrei rispondere “non dico”, ma naturalmente – ha ribadito – si è parlato anche di questo, chiarendo le rispettive posizioni».

Dopo è stata la volta dell’incontro tra le delegazioni, delle quali facevano parte tra gli altri i cardinali Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, e Attilio Nicora, il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli e il ministro degli Esteri Massimo D’Alema. Infine, per il terzo e ultimo momento, sono arrivati il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e i presidenti del Senato Franco Marini, della Camera Fausto Bertinotti e della Corte Costituzionale Franco Bile. Della delegazione vaticana facevano parte anche il sostituto alla Segreteria di Stato monsignor Leonardo Sandri, il “ministro degli Esterti” monsignor Dominique Mamberti, e il segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Betori, il primo a essere accolto a Palazzo Borromeo, una manciata di minuti dopo le 17, dal “padrone di casa”, l’ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua.

Se da parte ecclesiale l’unico commento è quello ai giornalisti del card. Bertone, le autorità italiane, ostentando volti sorridenti, hanno parlato di un incontro «naturalmente» molto bello (Napolitano), andato «bene, benissino» (Prodi), un «ottimo colloquio» (Rutelli). Da parte sua D’Alema ha sottolineato la «grande convergenza» e l’«impegno comune» di Italia e Santa Sede sui grandi temi di politica internazionale. Il titolare della Farnesina ha confermato che, in particolare, s’è parlato di Medio Oriente e di Libano, di Sudan e, in generale, dei problemi dell’Africa, e ha insieme ribadito che «il governo italiano è sempre impegnato» a «favorire» il dialogo tra la Cina e il Vaticano.

“L’incontro odierno tra la delegazione dello Stato della Città del Vaticano e la delegazione italiana, svoltosi all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede in occasione delle celebrazioni per i Patti Lateranensi – si legge in una nota diffusa inusualmente da Palazzo Chigi – ha costituito l’occasione per dialogare su numerosi questioni bilaterali, trovando particolare sintonia sui temi relativi alla politica internazionale e soprattutto sulla necessità di moltiplicare gli sforzi e la collaborazione al fine di alimentare le politiche per la pace, in particolare in sede Onu e Ue e per affrontare i problemi dei Paesi meno sviluppati”. “Da questi colloqui – conclude la nota di Palazzo Chigi – i rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede sono usciti ulteriormente rafforzati”.