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Toscani eurofavorevoli, ma il prezzo sale

DI REBECCA ROMOLIEuroscettici o euroconvinti? Come hanno reagito i cittadini toscani all’ introduzione della nuova moneta? Niente paura. La moneta unica è stata un successo e il passaggio non è stato traumatico. Questi i risultati di un un’indagine dell’associazione di consumatori Fenacom su come hanno reagito gli ultracinquantenni all’introduzione dell’Euro, presentati durante un convegno all’hotel Villa Demidoff di Pratolino, venerdì 17 maggio. Al convegno erano presenti Henry Vissol, economista francese, e l’assessore regionale alla semplificazione amministrativa e ai rapporti con i cittadini Carla Guidi. Tra i relatori figuravano anche il presidente nazionale del Fenacom Lanfranco Morganti, il coordinatore toscano Massimo Massai ed il professor Renzo Scortegagna della facoltà di Economia dell’università di Padova. La ricerca è stata condotta durante il mese di febbraio nelle dieci province toscane su un campione costituito solo da persone di età non inferiore ai 50 anni e residenti nella regione.

Nei primi mesi di circolazione della nuova moneta i più scettici sono risultati gli abitanti di Massa Carrara che alla domanda se l’euro aveva portato più vantaggi o svantaggi il 38% aveva risposto svantaggi contro il 46% a favore della moneta. Questo dato è stato significativo perché Massa Carrara è la provincia dove la differenza tra svantaggi e vantaggi è più sottile, visto che il 60% dei toscani avevano dichiarato che l’avvento della moneta unica aveva portato sicuramente più vantaggi. Sia dal punto di vista degli scambi commerciali con l’estero (27%) che per quanto riguarda il cambio di moneta per andare negli altri paesi della comunità (14%). Questo anche dettato dallo svantaggio che la lira aveva accumulato ultimamente nei confronti delle altre valute europee.

Ma come si sono avvicinati i toscani all’euro? In maniera frettolosa ed all’ultimo momento oppure per tempo? A livello regionale emerge che la Toscana si è avvicinata all’euro per tempo. Infatti l’interessamento dimostrato per la nuova moneta è pressoché unanime. Circa il 90% del campione dichiara di essersi interessato per non arrivare sprovvisto alla grande entrata; mentre solo un 8% dichiara di essere stato inattivo. Tra le province toscane, fanalino di coda è Arezzo con un rapporto tra informati e non informati di 84% contro 12%.

Inoltre il 45% degli intervistati dichiara di essersi avvicinata alla nuova moneta a partire dagli ultimi mesi del 2001. Qui Firenze e Siena sono posizionate ai poli opposti, poiché il 67% dei fiorentini hanno dichiarato di essersi attivati prima del 2001 o comunque durante tutto il 2001. Mentre i senesi per il 71% si sono interessati alla moneta unica solo negli ultimi mesi del 2001.

Le fonti che hanno provveduto maggiormente ad informare la popolazione toscana sono prima la televisione con il 28%, seguita dalle associazioni con il 23% e dai giornali con il 21%. Questi dati naturalmente variano da provincia a provincia. Per esempio, entrando nelle province dell’entroterra, le associazioni scalzano il primato alla tv con un bel 25%, seguite dai giornali con il 22% e la tv con solo il 21%. La televisione con il 50% la fa da padrone a Massa Carrara dove risulta essere il media che ha fornito più informazioni sull’euro. Le associazioni, invece, predominano a Pisa con il 36% ed a Firenze con il 44%.Come tutte le novità ed i cambiamenti importanti l’euro con se ha portato anche molte paure ed incertezze. Per esempio, una delle più diffuse preoccupazioni erano e sono tuttora le monete, troppe e tutte uguali. Un’altro timore, purtroppo diventato realtà, era l’aumento dei prezzi (26%), o il timore degli arrotondamenti selvaggi (20%). Questo paura è stata particolarmente diffusa a Prato per il 34%, poi a Firenze con il 30% e a Pisa con il 24%. Firenze inoltre è stata la città dove il 70% del campione ha dichiarato di aver più difficoltà a maneggiare le monetine.

Altro dato interessante è quello che 73 ultracinquantenni su 100 hanno un’opinione favorevole dell’euro e hanno accettato di buon grado la nuova moneta, ma solo il 7% del campione pensa in euro. Insomma la vecchia lira è dura a morire. Negli acquisti quotidiani come può essere il pane, la pasta o il giornale il criterio dominante è «moltiplico per 2000 e poi ci tolgo qualcosa».