Sport
Toscani alle Olimpiadi. L’incredibile storia dei Montano e il record di Benelli

Non fa audience, purtroppo, se non alle Olimpiadi, è sport di nicchia, perché lo spettacolo è più grazia ed eleganza che gesto atletico e potenza, e va saputo cogliere tra un affondo e una pausa di studio, tra uno sguardo dietro la maschera e una toccata appena sfiorata. Gli schermidori sono «guerrieri» gentili, e il suo pubblico assomiglia più a quello del teatro che a quello dei concerti da stadio.
E in questo terreno fertile negli anni trenta cominciò a emergere anche la stella di Aldo Montano. Aldo fu campione iridato nel 1938 e nel 1947. «E chissà quante altre volte se non ci fosse stata la guerra di mezzo» ci suggerisce Mario Aldo, suo figlio, che invece è stato campione del Mondo nel 1973 e nel 1974. Mario Aldo si chiama così per distinguersi da Mario Tullio, figlio di Tullio Montano, che del grande Aldo era fratello. Col cugino, Mario Aldo ha vinto l’oro olimpico nella sciabola a squadre a Monaco 1972: «Insieme a noi c’era anche l’altro livornese Rolando Rigoli e il romano Michele Maffei racconta Mario Aldo . Ricordo perfettamente l’ultima stoccata, quella della vittoria, che ho avuto la fortuna di tirare io. Una delle più grandi gioie della mia vita».
Ma non è finita. Quattro anni dopo, la «nidiata» dei Montano raddoppia. A Montreal 1976, i due cugini Montano vincono l’argento olimpico con in squadra un altro loro cugino Tommaso Montano, mentre l’ennesimo cugino, Carlo, vinceva nella stessa Olimpiade l’argento con la squadra del fioretto. «La colpa è tutta di mio padre se la ride Mario Aldo lui era un fissato della scherma. Da piccoli ci ha accompagnati tutti al Fides (il circolo della scherma di Livorno, famoso per essere il più medagliato al mondo, ndr) a calci nel sedere. Io ho iniziato a 6 anni ma i primi tempi proprio non ne volevo sapere. L’insegnamento della scherma, specie nei primi tempi è insopportabile. Ore e ore col maestro che ti ripete: Passo! Avanti! Affonda!. I medesimi gesti in pedana ripetuti fino alla noia». Famosi sono rimasti gli aneddoti dei duelli tra padre e figlio: «Una volta racconta sempre più divertito Mario Aldo mio padre mi rincorse in tenuta da combattimento dal circolo Fides fino a Piazza Cavour (circa 500 metri nel centro cittadino, ndr)».
Ben diverso l’approccio alla scherma dell’ultimo nato della dinastia. Già, perché Aldo Montano, classe 1978, figlio di Mario Aldo, parteciperà alle olimpiadi di Atene a concretizzare l’ultimo capitolo (per ora) di una storia incredibile di famiglia olimpionica. «Purtroppo in Grecia ci arriverò un po’ acciaccato ci spiega Aldo stesso che raggiungiamo a Roma al termine di un allenamento mi trascino una pubalgia da un po’ di tempo e mi ci vorrebbero due mesi completi di riposo. Ma ho l’appuntamento più importante della mia vita e non voglio perderlo». Aldo è già stato campione italiano assoluto nella sciabola nel 2001 e nel 2003, e ha sfiorato il titolo iridato lo scorso anno a L’Havana, «accontentandosi» della medaglia di bronzo. «Sono nato respirando scherma racconta Aldo a 2-3 anni già andavo a vedere le ultime gare di mio padre, e poi ho sempre avuto un grande feeling con mio nonno». Suo padre ci racconta questo rapporto: «La domenica pomeriggio, dopo pranzo, mio padre prendeva un cuscino, se lo metteva sotto la camicia legandoselo con la cintura dei pantaloni e in questo modo si prestava a far da maestro a suo nipote che scorrazzava per il corridoio tirando stoccate al nonno. Uno spettacolo».
Uno spettacolo che poi proseguì ben presto sulle pedane del Fides, dove Aldo si allenava insieme alla sorella, più grande di lui di un anno. «Mia sorella ha chiuso presto con la scherma ma a quei tempi era un continuo duello racconta Aldo divertito . Fisicamente ci equiparavamo, ed erano botte incredibili».
E se tu potessi «rubare» una caratteristica a tuo padre? «Certamente l’aggressività». E speriamo anche una medaglia.
Il tiravolista toscana ha vinto una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 e due titoli mondiali individuali a Valencia (Venezuela) nel 1987 e a Mosca nel 1990, oltre ad un titolo europeo individuale a Lisbona nel 1994.
Con Benelli fanno parte della squadra azzurra di tiro a valo altri toscani come Marco Venturini di Lamporecchio (specialità fossa olimpica), Marco Innocenti di Montemurlo (specialità double trap). Toscano anche il commissario tecnico del double trap, il fiorentino Luciano Giovannetti.
Le olimpiadi che furono. Curiosità sui giochi nell’antichità
Il sito ufficiale delle Olimpiadi di Atene
Lo speciale della Gazzetta dello Sport