Toscana
Toscana, persi 17 mila posti di lavoro
di Ennio Cicali
Inizio d’anno in rosso per l’occupazione in Toscana con 17.519 lavoratori in mobilità in pratica licenziati e l’impennata della cassa integrazione che, nel febbraio 2009, ha registrato un +209 % rispetto al febbraio 2008 e un + 67% rispetto al gennaio 2009. La fotografia dell’emergenza arriva dai dati trimestrali dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro della Regione Toscana.
La situazione era apparsa già difficile nel 2008, con la diminuzione di oltre 15 mila avviamenti al lavoro in meno rispetto all’anno precedente. L’occupazione femminile è la più colpita con quasi 13 mila assunzioni in meno contro i circa 3.000 uomini. Quanto ai giovani, rallentano gli avviamenti di persone sotto i 30 anni (- 9%). Penalizzati anche i lavoratori stranieri, sia uomini che donne. Le assunzioni a termine hanno rappresentato l’83% sul totale degli avviamenti. Penalizzati anche i lavoratori stranieri, sia uomini che donne.
I maggiori incrementi della cassa integrazione ordinaria (dovuta a difficoltà temporanea delle aziende) sono stati registrati a Prato, Lucca, Pisa, Grosseto (oltre il 30%), una crescita significativa, oltre la media regionale, a Livorno e Arezzo, aumento moderato a Siena, situazione pressoché invariata a Firenze e Massa Carrara, una lieve decrescita a Pistoia.
La cassa integrazione straordinaria (originata da situazioni aziendali durevoli che determinano un’eccedenza di personale) è aumentata soprattutto a Lucca e Prato.
Il ricorso alla cassa integrazione interessa ormai tutti i settori produttivi con la meccanica che nel 2008 ha pesato per quasi un terzo del totale contro il 20% del tessile. Altre componenti di rilievo sono risultate l’industria pelli, cuoi e calzature, i trasporti e il commercio.
Una crescita significativa delle pratiche di sospensione di lavoratori a inizio 2009 interessa anche le aziende artigiane, più che raddoppiate rispetto allo stesso mese del 2008. Il settore che incide maggiormente è il tessile – abbigliamento (428 su 701 richieste). Aumenti relativamente sostenuti anche per altri importanti settori: orafo, metalmeccanico, legno mobilio, chimica.
«Per la prima volta da un decennio – commenta l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini – la Toscana vede una netta inversione di tendenza in un mercato del lavoro che fino a pochi mesi fa registrava un costante aumento degli occupati. E’ una tendenza che ci preoccupa, ma che non ci coglie impreparati perché, già da tempo, abbiamo messo in atto misure per ampliare le opportunità di occupazione, in particolare per le fasce più deboli del mercato del lavoro e per chi non usufruisce degli ammortizzatori sociali. E’ su questa base che stiamo potenziando ulteriormente queste misure. In questi giorni in giunta ho presentato la proposta di un ulteriore fondo regionale per sostenere i i lavoratori che decidono, in accordo con aziende e sindacati, di fare ricorso a contratti di solidarietà, diminuendo il proprio orario di lavoro pur di evitare i licenziamenti. Ciò permetterebbe in sostanza di lavorare meno, ma tutti».
Fin qui la «fotografia» dell’Osservatorio sul mercato del lavoro. Un mercato che presenta ancora molti lati nascosti. Quelli che riguardano le tante persone espulse dal mercato del lavoro, in gran parte donne e uomini di età superiore ai 40 50 anni, che scoraggiati hanno rinunciato a cercare una nuova occupazione. Anche questo è un sommerso che riguarda tutti, le istituzioni per prime.