Agci, Confcooperative, Legacoop, Confartigianato, Cna e Anav Toscana – le associazioni di rappresentanza delle imprese che esercitano il trasporto pubblico toscano su gomma – esprimono attraverso un comunicato stampa congiunto “tutta la loro preoccupazione per i pesanti tagli del governo al trasporto pubblico locale ma sottolineare anche l’apprensione per le dichiarazioni che arrivano dalla Regione che hanno ribadito come la gara unica a livello regionale, proprio in considerazione delle diminuite risorse disponibili, possa essere la soluzione del problema”. “La Regione Toscana chiariscono i rappresentanti delle associazioni si impegnerebbe a mettere a disposizione ogni anno 160milioni di euro per la gestione dei servizi e 30milioni per gli investimenti ma le imprese toscane, qualora siano assegnatarie della gara, dovranno procedere alla razionalizzazione dei servizi, alla definizione della tariffa unica, alla riorganizzazione del personale e della gestione societaria strutturandosi in un’unica azienda così da ottenere risparmi nella gestione societaria. La gara unica regionale alza i parametri di riferimento dei requisiti prevedendo per le aziende la possibilità di ricercare accordi per partecipare alla gara in Ati o consorzi stabili. Questo però non tutela la specificità delle imprese toscane: è pregiudiziale, tengono a ribadire le associazioni, che le aziende che si uniscono possano essere libere di scegliere le modalità perché a favorire efficienza e risparmi sono le centralizzazioni di alcune funzioni ma non la forma societaria. Si eviterebbe così, tra l’altro, di dover procedere ad espropri di patrimoni pubblici e privati o all’imposizione di operazioni societarie che metterebbero addirittura in discussione la proprietà privata e l’autonoma iniziativa imprenditoriale”. “La questione – continua il comunicato stampa – è già stata sollevata al Tavolo della Concertazione Generale affinchè si possa garantire la tutela delle specificità del sistema delle imprese che attualmente gestiscono servizi connessi al trasporto pubblico. Non può e non deve costituire un problema il fatto che l’operatività sia svolta da singole aziende, proprio in considerazione del legame con il territorio che caratterizza il settore. La previsione di una società unica analoga alle spa è del tutto incompatibile con la realtà delle imprese cooperative, presenti anche nella gestione del trasporto pubblico locale, dove il patrimonio non risulta in capo a pochi soci ma a tanti lavoratori che l’hanno costruito in decenni di lavoro: la fusione di una cooperativa in una società di capitali farebbe disperdere tutto questo patrimonio. Così come si perderebbe la professionalità delle piccole e medie imprese maturata in tanti anni di servizio. E’ per questo che le associazioni firmatarie – concludono – si affidano al confronto con tutte le parti interessate alla soluzione del problema così da poter individuare le migliori soluzioni nell’interesse degli utenti, delle imprese e delle comunità locali”.