Toscana
Toscana, elezioni in 31 comuni e suppletive a Siena per la Camera. Un test elettorale
Un’altra domenica di voto per un Paese, il nostro, che non riesce a non vivere di campagne elettorali e di dibattiti tra i partiti, spesso anche tra quelli che formano un’unica maggioranza di governo. In realtà questa volta a mancare, almeno in Toscana, è stato proprio il dibattito tra candidati a sindaco e partiti o movimenti. Altrove – in particolare a Torino, Milano, Roma e Napoli – non è successo così o almeno non è stato evidente come in Toscana dove l’unica cosa che è sembrata interessare anche ai grandi quotidiani non è l’elezione di 31 sindaci (con Grosseto unico capoluogo di provincia al voto) ma piuttosto le supplettive per la Camera dei deputati a Siena, dopo le dimissioni di Pier Carlo Padoan (Pd). Anche qui, però, a suscitare un minimo d’interesse è stata soprattutto la candidatura dell’attuale segretario del Pd Enrico Letta e una frase, quanto meno inopportuna, da lui pronunciata in una delle sue prime uscite in Toscana: «Se perdo ne trarrò le conseguenze». Frase che il pisano Letta, candidato proprio mentre l’attuale governo sta cercando di chiudere la partita per Banca Monte dei Paschi con il possibile esubero di circa 8000 dipendenti, forse avrebbe fatto meglio a non pronunciare: una volta Siena era un seggio sicuro per la sinistra ma da quasi tre anni la città è governata da una giunta di centrodestra. Nella coalizione, oggi mezza di governo e mezza di opposizione, il candidato è l’imprenditore senese Tommaso Marocchesi Marzi, scelto da Matteo Salvini, l’unico che si è davvero speso per provare a contrastare il leader del Pd. Gli altri, da Meloni a Tajani, appena visti o quasi dalle parti di piazza del Campo.