Toscana

TOSCANA, DALLA REGIONE 90 MILIONI EURO PER SOCIALE, NEL 2006 ERANO 74

Più risorse per anziani, immigrati, giovani e poveri. La Regione Toscana investe nel sociale, e lo fa con il Piano integrato sociale regionale (Pisr) 2007-2010, approvato dal Consiglio il 31 ottobre scorso e illustrato oggi. Se nel 2005 il totale della spesa in questo settore ammontava a circa 55 milioni di euro, e nel 2006 erano 74,4, nel 2007 l’investimento nel sociale raggiunge quasi i 90 milioni, e altrettanti, secondo la legge Finanziaria 2008, sono previsti per il prossimo anno. A questa cifra, ha spiegato l’assessore regionale alle Politiche sociali Gianni Salvadori, vanno aggiunti i 50 milioni (di cui 25 provenienti direttamente dalle casse della Regione) del fondo per la non autosufficienza per garantire assistenza ai circa 82mila ultrasessantenni non autosufficienti, di cui 40mila gravi, presenti in Toscana. Altri punti chiave del Pisr, le cui risorse totali per il quadriennio sono stimate intorno a 1,6 miliardi di euro, sono i livelli base di cittadinanza sociale, con spesa pro capite annua non inferiore a 55 euro in ogni zona della regione, e la progressiva integrazione tra il piano sociale e quello sanitario, per arrivare nel 2010 alla realizzazione di un piano unico. “In Toscana abbiamo un sociale buono – dichiara l’assessore Gianni Salvadori – ma che è stato pensato anni fa”. Va adeguato, quindi, per stare al passo con i cambiamenti sociali. Tenendo per esempio conto della presenza di immigrati, altro punto chiave di intervento previsto dal Pisr 2007-2010. La Toscana è la quinta regione per presenza di stranieri, dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio, con 300mila individui (dati Irpet del 2005), numero che cresce con una media superiore a quella nazionale – ricorda sempre l’assessore – e che si prevede possa raggiungere il mezzo milione entro 10 anni. Ma tutti i progetti, afferma infine Salvadori, sono possibili solo se si applica il principio della sussidiarietà orizzontale, “se tutti i soggetti presenti sul territorio (istituzioni, privato sociale, mondo del volontariato, terzo settore, sindacati, categorie economiche) sono in grado di impegnarsi, nell’ambito delle proprie competenze a collaborare, a garantire la massima partecipazione”. (ANSA).