Economia

Toscana: conti Regione parificati, ma indebitamento in crescita

Il bilancio 2022 della Regione Toscana passa il vaglio della Corte dei Conti. Ma, sulla parifica, palazzo Strozzi Sacrati inciampa due volte: sugli oneri di ammortamento dei mutui, imputati al fondo sanitario anziché essere vincolati nel risultato di amministrazione, e sull'incremento del salario accessorio per il personale non dirigente.

Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della Regione Toscana

Insieme le due poste valgono poco più di 49 milioni e su entrambi i fronti la Regione promette interventi tempestivi, in modo da non oscurare quello che è il risultato di fondo: il rendiconto dell’anno scorso ottiene la bollinatura o, per meglio dire, la parificazione da parte della sezione di controllo dei giudici contabili. Del resto la gestione finanziaria, nel suo complesso, mostra qualche progresso incoraggiante: il risultato di amministrazione presenta un saldo positivo di 533,96 milioni in crescita rispetto all’ultimo biennio.

Tuttavia, tenendo conto delle quote accantonate e vincolate, la Toscana accusa un disavanzo di 1,35 miliardi fra i più critici in Italia. D’altra parte, pure su questo frangente, si registra un miglioramento rispetto al 2021, a riprova del percorso di rientro dal disavanzo.

Fra le note negative rientra, quasi in modo speculare, la corsa dell’indebitamento che prosegue e raggiunge un carico di 366 euro pro capite in Toscana. La sanità si conferma una nota dolente.

Complici i costi della pandemia, la Regione è stata costretta a sborsare 130 milioni di risorse proprie per ripianare le perdite accumulate dalle Asl nel 2021.

Nel mirino finisce, inoltre, la gestione delle società partecipate. La Corte dei Conti conferma i rilievi critici degli anni precedenti e stigmatizza per un verso le “forti perdite” di esercizio di Fidi Toscana (1,5 milioni) e di Firenze Fiera (4,2 milioni), al tempo stesso tira le orecchie alla Regione per aver “aggirato il divieto di soccorso finanziario” in favore di società in crisi o in liquidazione. È il caso delle società termali di Casciana e di Montecatini.

Più spinosa la questione dell’incremento del fondo del salario accessorio per il personale non dirigente che, per la Corte, è semplicemente “illegittimo” perché non trova giustificazione nelle norme del contratto nazionale: “Le risorse utilizzate- rilevano i giudici- sono state prelevate dal bilancio, gravandolo di una spesa ingiustificata”.