Toscana

TOSCANA, CONFERENZA SULL’ACQUA; GIUGNO CALDO, REGIONE IN DEFICIT IDRICO

 La prossima estate, secondo le previsioni del Lamma, sarà molto calda soprattutto nella prima parte, a giugno, e la Toscana l’affronterà con un deficit idrico pari a 3200 milioni di metri cubi di acqua. Una situazione “preoccupante”, secondo l’assessore regionale all’mabiente Marino Artusa, che ha anche fatto notare che rispetto agli ultimi dieci anni è piovuto in media il 19% in meno, e rispetto invece all’ultimo inverno meno piovoso, quello del 2002-03, le precipitazioni sono diminuite del 17%. Il punto sul rischio siccità della Toscana è stato fatto durante la conferenza regionale sull’acqua organizzata in Consiglio regionale. Artusa, illustrando i dati del servizio idrologico della Regione, ha affermato che “soprattutto nelle province di Lucca, Pistoia, Arezzo, Siena e parte delle province di Firenze e Grosseto, vi è stato un minore apporto di piogge, con oscillazioni tra -10% nella provincia di Massa ed il -25% di Arezzo, rispetto all’ultimo decennio”. “In provincia di Firenze – ha continuato Artusa – rispetto alla media decennale è piovuto in meno nella quantità di 615 milioni di mc, ovvero l’equivalente di quasi 9 invasi tipo Bilancino in meno, oppure quasi otto Bilnacini in meno rispetto al 2002-03”. Artusa ha anche spiegato che “é cambiato il carattere delle precipitazioni: non solo piove di meno, ma quando piove, piove più concentrato e con piogge più intense che cadono su un terreno arido e compatto”. Grave anche la diminuzione della portata dei principali fiumi toscani. Secondo Artusa “le misurazioni segnalano una portata dell’Arno a Nave di Rosano di -44%, e dell’Ombrone a Grosseto di -70%”. Artusa ha infine ricordato le perdite della rete idrica, che vengono stimate tra il 30 e il 40%. “Numeri alti se rapportati alla media del 13% dell’Unione europea – ha sottolineato – ma in linea con la media nazionale e con un tasso di crescita annuo dello 0,61%”.Preoccupato dal deficit idrico, ma soprattutto dalla scarsa attenzione dei media sull’emergenza siccità, si è detto Erasmo D’Angelis, presidente della commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale, che ha coordinato i lavori della conferenza. “L’acqua non riempie né le piazze né i giornali – ha affermato D’Angelis -: chiamiamola ‘Dico’ e forse ci sarebbe una svolta nelle politiche di gestione della risorssa idrica”. Per D’Angelis, “siamo di fronte ad una riduzione delle piogge del 40% rispetto all’inverno meno piovoso e all’ultima fase di emergenza idrica, quella del 2002-2003. Eppure i consumi idrici continuano a crescere. In Toscana, sommando tutti i consumi d’acqua per uso civile, agricolo, zootecnico e industriale, siamo a 257 litri a persona al giorno: è come se ci vivessero 12 milioni di persone anziché 3,5 milioni”. “Questo quadro – ha continuato – richiede un salto di qualità nelle scelte politiche e nella consapevolezza di tutti: basti pensare che nei prossimi 15 anni, secondo i piani dei sei Ato della Toscana, serviranno 3 miliardi di euro solo per la rete di distribuzione, acquedotti e condutture”. Per Giovanni Menduni, segretario dell’autorità di bacino dell’Arno, però, “l’Arno, essendo un torrente con ambizioni di fiume, è tutti gli anni in crisi, in bilico tra siccità e piene rovinose. La soluzione è dunque disegnare scenari giorno per giorno e, nel caso di emergenza, razionalizzare i consumi di acqua e fare un uso ottimale degli invesi di Bilancino e Levane e La Penna”. Secondo Francesca Pittaluga, segretario autorità di bacino del Magra, occorre soprattutto “evitare gli sprechi”. “Spesso – ha sottolineato – si propongono piani per le emergenze ma non si interviene all’origine, ovvero alle perdite della rete, e quindi si passa da un’emergenza all’altra senza una prevenzione strutturale”. (ANSA)