Toscana
Toscana: Cgil, crescono il lavoro nero e le situazioni irregolari
I dati consegnati nei giorni scorsi alle parti sociali dal Ministero del Lavoro, segnalano anche in Toscana il persistere drammatico di un’illegalità preoccupante nel mercato del lavoro che, secondo la Cgil Toscana, «nessuna riforma, tanto meno l’ultima è in grado di arrestare esse, concentrate nel terziario e commercio».
Nel 2012 su 11.253 ispezioni ad aziende effettuate, sono infatti state riscontrate infrazioni in 6.086 aziende (54%ben 3.959 (14,41%) di lavoratori completamente al nero.
Rilevante la consistenza delle irregolarità per false partite IVA o contratti a progetto che rappresentano quasi il 6% delle infrazioni contestate con l’80% di esse, concentrate nel terziario e commercio. Colpisce il dato di irregolarità nel manifatturiero, in larga parte determinato dalla situazione pratese dove si concentrano i 2/3 dei lavoratori al nero individuati.
I dati resi noti, che confermano e aggravano quelli del 2011, testimoniano per Daniele Quiriconi, segretario Cgil Toscana con delega al Mercato del Lavoro e alle Attività Produttive, da un lato, «gli effetti perversi di una crisi di cui non si vede a breve la fine, ma anche l’inefficacia di tanti provvedimenti come le riforme del mercato del lavoro targate Sacconi-Fornero, nate anche con l’obiettivo di contrastare il lavoro irregolare e di fare emergere il sommerso, che hanno solo perpetuato una precarietà inaccettabile senza, per l’evidenza dei numeri, produrre apprezzabili risultati rispetto agli obiettivi. La situazione è la testimonianza anche della fragilità del tessuto produttivo ed economico del paese e dei nostri territori, per superare la quale, è necessaria una profonda svolta nelle politiche economiche come tratteggiato nel nostro Piano del Lavoro presentato la scorsa settimana a Roma».