Lucca
Torre del Lago: presentato il festival Puccini 2014
Pertanto, anche nella 60a edizione del «Festival», dopo due anni in cui l’orizzonte era spaziato su Giuseppe Verdi, soprattutto, e Pietro Mascagni, ecco che nel 2014 è tornata l’esigua possibilità di scelta in una produzione operistica che al massimo può spaziare fra quattro titoli di successo: «Madama Butterfly», «Turandot», «Boheme» e «Tosca». Perché per diverse e opposte ragioni «Manon Lescaut», «Fanciulla del West», «La rondine», «Edgar» e «Le Villi» vengono proposte solo saltuariamente, quando proprio non se ne può fare a meno.
Forse, proprio perché siamo di fronte ad un anniversario da onorare in qualche modo, cioè con una riproposta piuttosto importante, ecco che torna in cartellone il «Trittico», ma – non è certamente un caso – non nel gran Teatro all’aperto, bensì nell’Auditorium «Enrico Caruso», con Amarilli Nizza protagonista di tutte e tre le figure femminili – evidentemente per ragioni d’ingaggio – e l’intramontabile Rolando Panerai nelle vesti di Gianni Schicchi. Questo il 3, 7, 21 e 30 agosto. Quindi in un allestimento in formato ridotto e, diciamo così, per un pubblico particolare, cioè di non andare soltanto in visibilio per le stupende romanze che da sempre caratterizzano le grandi opere di successo.
Ed a questo proposito non possiamo non fare riferimento – senza voler fare alcun paragone – alle trasmissioni televisive messe in onda dalla RAI per i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi: trasmissioni che hanno permesso a tutti gli appassionati della lirica di conoscere gran parte delle ventisei opere composte dal genio di Busseto, dalla giovanile «Oberto conte di San Bonifacio» al «Falstaff», suo ultimo capolavoro.
Prescindendo comunque dall’esatta terminologia del termine, ci sembrerebbe quanto meno opportuno che, sia pure fra le maglie di una crisi economica che si è abbattuta anche sugli spettacoli musicali, che, salva e impregiudicata la priorità di Giacomo Puccini – sul cui nome si è spesso speculato oltre misura – la felice esperienza verdiana del 2012 e 2013 non venisse abbandonata, magari sostituendola con altri compositori più o meno dell’età pucciniana, come Umberto Giordano, Francesco Cilea e, perché no, il lucchese Alfredo Catalani che del conterraneo ebbe a subire lo strapotere.