Pisa

TONIOLO: UNA DELLE MENTI PIU’ ACUTE DELLA NOSTRA CITTA’

di Francesco Paletti

«Adesso dobbiamo tutti sentirci chiamati a riscoprire e valorizzare il patrimonio spirituale e gli studi portati avanti da Giuseppe Toniolo. E Pisa, la città che ha fatto da sfondo a gran parte del suo percorso umano e accademico, è pronta a fare la sua parte». Così il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, di ritorno dal rito di beatificazione del professore pisano, tenutosi domenica scorsa nella basilica romana di San Paolo fuori le mura. Con lui, a Roma, c’era anche il vicesindaco Paolo Ghezzi. «Toniolo – commenta il primo cittadino – è stato una delle menti più acute di una città che ha ospitato e visto formarsi alcuni dei più illustri studiosi del nostro Paese. Mi auguro che soprattutto i più giovani possano meglio conoscere questa figura». «Siamo orgogliosi che la nostra città possa testimoniare gran parte della vicenda umana e intellettuale di Toniolo» dice ancora Marco Filippeschi. «Toniolo – prosegue – è stato anche un padre del cattolicesimo sociale italiano. Dopo la rottura fra Stato unitario e Chiesa, egli è stato protagonista attivo della ricerca di una nuova presenza dei cattolici nella società e nelle istituzioni, interpretando i fermenti portati dall’avvento sulla scena delle grandi masse popolari».Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della amministrazione provinciale Andrea Pieroni, anch’egli presente al rito della beatificazione, «una cerimonia solenne e gioiosa – commenta – che ha posto all’attenzione di tutti, non solo dei credenti, una figura ancora troppo poco conosciuta, ma di grandissimo spessore umano e culturale». Il lavoro più significativo, però, è da adesso in avanti perché «muovendoci nel solco di Toniolo – prosegue Pieroni – dovremo essere capaci di analizzare e interpretare una realtà sociale sempre più complessa e disarticolata». Secondo il presidente dell’amministrazione provinciale domenica a Roma l’economista beato «è stato proposto a tutti come modello di laico maturo e responsabile, inserito a pieno nelle questioni del suo tempo: la sua beatificazione – conclude – costituisce di fatto un mandato a tutti per agire in un momento storico nel quale, al disorientamento e alla frammentazione, si può rispondere con un rinnovato impegno nel senso della coesione intorno a valori fondanti e condivisi».