Toscana

Tirrenica e Darsena Europa per recuperare il consenso della costa

Tra i tanti problemi del Pd toscano, il consenso dell’area costiera è quello che preoccupa maggiormente, specie dopo le recenti elezioni amministrative che hanno visto Carrara passare ai 5stelle. Con Grosseto e Livorno sono tre i comuni costieri importanti non più amministrati dal Pd che l’anno prossimo con le elezioni amministrative rischia di perdere pure Pisa e Massa, senza contare le elezioni politiche.

Si corre quindi ai ripari individuando le cause di questa situazione nella lentezza per la realizzazione delle due opere strategiche per la costa: la Darsena Europa a Livorno e la Tirrenica, l’autostrada lungo il litorale. Certo che il problema è più radicale e risiede nella crisi che ha colpito l’industria pesante della costa e le cave, abbassando il reddito medio dell’area, come ha anche rilevato l’ultimo Rapporto dell’Irpet sull’economia toscana, ma gli investimenti in queste infrastrutture avrebbero potuto alleviare il problema.

Da qui gli inviti del Pd toscano al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio a accelerare i tempi, col ridimensionamento dei progetti. Essenziale è dare un segnale concreto che le opere stanno partendo, che qualcosa cambia, anche se le tendenze dell’elettorato sono soggette a inerzia e difficilmente si modificano in poco tempo. Ridimensionare le opere, toglierle dalle secche della discussione continua e interminabile, e farle partire è la strategia che viene scelta in accordo col presidente della Regione Enrico Rossi che seppur passato al Mdp in questo caso mantiene la comunanza di obiettivi e di interessi col Pd.

La spesa per la Darsena Europa viene ridotta di 200 milioni, grazie alla diversa gestione dei fanghi escavati dai fondali e il bando diversamente organizzato e snellito nelle procedure in modo che i lavori possano iniziare nel 2018 per terminare nel 2022. Si tratta di annunci tutti da verificare nei fatti, ma il metodo viene seguito anche per la Tirrenica, dove il problema è più complicato dato che la concessione a Sat, la società per la realizzazione della Tirrenica, è stata messa sotto accusa dalla Commissione europea per l’infrazione alle regole della concorrenza.

Le soluzioni sono due e riguardano il tratto a sud di Grosseto sino a Tarquinia, poiché il tratto a nord sarà adeguato a spese dell’Anas, senza pedaggio.

Dunque nel tratto sud da Grosseto a Ansedonia, quello più problematico, si realizzerebbe una superstrada a 4 corsie mettendo in sicurezza l’attuale tracciato, senza pedaggio e quindi col consenso delle popolazioni. A parte la larghezza che nel caso della superstrada è inferiore, gli svincoli sono simili a quelli dell’autostrada, con 480 incroci a raso da eliminare. La spesa, per ora da quantificare, sarebbe a carico di Anas, cioè dello Stato, e si tratta di trovare il modo di finanziarla, dettaglio non da poco.

Nel restante tratto sud da Ansedonia a Tarquinia si realizzerebbe un’autostrada a pedaggio che sarebbe a carico di Sat, ma c’è da risolvere il problema della procedura di infrazione e da definire il costo del subentro al termine della concessione di cui per ora non si conosce la durata.

Questa la matassa che il ministro Delrio deve sbrogliare. Il Presidente della Regione chiede per la Tirrenica tempi certi al Governo, ma l’esperienza dice che su quest’opera di certo c’è solo l’incertezza sulla sua realizzazione.