Italia

TIFOSO UCCISO: VESCOVO AREZZO, MAI SACRIFICARE VITA PER SPORT; NO A SCONTRI PER VENDETTA

“La vita non può mai essere sacrificata sull’altare dello sport e vale infinitamente di più di una gara di campionato”. Sono le prime parole che ha pronunciato il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti, non appena ha appreso la notizia della morte di un sostenitore della Lazio nell’area di sosta di Badia al Pino, lungo la A1, alle porte di Arezzo. Il Vescovo, informa una nota della diocesi, è stato informato dell’episodio durante la visita pastorale che sta compiendo nella parrocchia di Foiano della Chiana, proprio a pochi chilometri dal luogo in cui si è consumato il fatto.  “Non aggiungete violenza a violenza. Non inscenate scontri per un senso di vendetta o ribellione. La vendetta genera soltanto ulteriore dolore”. E’ l’appello lanciato ai tifosi dal vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti. “Lo sport – ha aggiunto – non è dolore. Lo sport è svago e sorgente di piacevole distensione. Lo sport è rispetto per l’avversario e sana competitività. Lo sport è solidarietà che non può essere macchiata da gesti inconsulti”. Monsignor Bassetti ha sottolineato anche il ruolo dei dirigenti sportivi e degli atleti. “Coloro che sono ai vertici dei gruppi sportivi – ha detto – e coloro che ogni giorno scendono sui terreni da gioco non siano i primi fomentatori di azioni facinorose che possono essere emulate dai tifosi che vedono in loro esempi positivi da imitare”.

Per pregare per il giovane ucciso, monsignor Bassetti ha scelto la celebrazione della Cresima a Foiano che ha conferito a 22 giovani. Rivolgendosi a loro, prosegue la nota, il vescovo ha lanciato il suo monito contro le derive sportive. “Lo sport – ha detto – è un mezzo che può contribuire a far crescere la persona e ad educare sia umanamente, sia spiritualmente. Eppure oggi assistiamo a forme di devianza che inquietano intorno a tutto ciò che ha a che fare con il mondo dello sport. Ne è un esempio la violenza che troppo spesso si incunea fra gli atleti e fra i tifosi dentro e fuori gli impianti. Il clima di esasperazione che circonda gli eventi dello sport, e in particolare quelli calcistici, è da condannare. La crescita umana e la violenza non possono abitare nella stessa dimora. Dove c’é violenza, non può esserci Dio”. Il vescovo ha ricordato anche il giovane che è deceduto nell’area di servizio dell’A1 vicino ad Arezzo. “Prego per lui – ha detto – e prego per la sua famiglia, per gli amici e per coloro che con lui condividevano la passione per una squadra di calcio. Quando tramontano le speranze umane, sorge la speranza divina. Quando sembra che tutto frani attorno a noi e ci sentiamo sprofondare, i Signore ci afferra con la saldezza del suo amore”.

Ecco la ricostruzione di quanto avvenuto questa mattina nell’area di servizio Badia al Pino, sull’autostrada A1, secondo la versione della procura e della questura di Arezzo. Alle ore 09.10 circa, si legge in un comunicato, due pattuglie della sottosezione Polizia Stradale di Battifolle in servizio all’interno dell’area di Badia al Pino, direzione sud, “sono state attirate da urla e rumori provenienti dall’area di servizio nella carreggiata nord dell’Autosole”. Resisi conto che era in atto una violenta rissa tra gli occupanti di almeno tre autovetture, dicono procura e questura, gli agenti sono intervenuti azionando la sirena dell’auto e avvicinandosi alla carreggiata stradale. Uno dei poliziotti, “al fine di indurre a desistere i partecipanti alla rissa, esplodeva due colpi con l’arma d’ordinanza”. Colpi sparati affinché “i tafferugli scoppiati tra gruppi di persone, che non erano stati individuati come tifosi, non degenerassero con gravi conseguenze”. Poco dopo, una delle autovetture con a bordo 5 giovani ha proseguito la marcia fino al casello autostradale di Arezzo, dove è stato richiesto l’intervento del 118. Medici e infermieri, giunti sul posto, hanno tentato di rianimare il giovane colpito, ma non c’é stato nulla da fare. Successivamente, proseguono procura e questura, il corpo di Sandri è stato trasportato al centro di medicina legale dell’ospedale di Arezzo, mentre l’auto è stata sequestrata per permettere gli accertamenti tecnici. L’autorità giudiziaria ha nominato un perito balistico ed un medico legale per gli accertamenti. (ANSA).