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TIFOSO UCCISO: APPELLO PARROCO, NIENTE VIOLENZA AI FUNERALI

Un appello a non trasformare le esequie di Gabriele Sandri in un momento di violenza viene rivolto dal parroco don Paolo Tammi ai tifosi che parteciperanno domani nella parrocchia di San Pio X, alla Balduina, ai funerali del ventottenne ucciso domenica scorsa nel casello autostradale di Badia al Pino. “Raccomando a tutti i tifosi – dice don Paolo ai microfoni della Radio Vaticana – di vivere il loro dolore in maniera corretta, in maniera cristiana, se sono credenti, in memoria di Gabriele, per affetto per Gabriele che vive in Dio, di non fare nessun gesto, di non approfittare di una situazione celebrativa per aggiungere problemi a problemi. Non si ottiene giustizia con la violenza, questo è sicuro”. Il parroco ricorda ai tifosi che “Gabriele era un ragazzo buono. “Un ragazzo – spiega – che è passato attraverso la parrocchia, un ragazzo che non ha mai fatto violenza, un ragazzo descritto come un buon figlio di famiglia – la mamma lo chiamava ‘coccolone’ – un ragazzo che aveva ancora delle espressioni affettive molto belle nei confronti dei genitori e degli amici”. “Domenica scorsa – ricorda ancora don Paolo -, appena mi sono accorto che Gabriele era mio parrocchiano, sono andato immediatamente a trovare la mamma. Sono stato con lei per un po’. E’ una donna distrutta dal dolore. La morte del figlio l’ha duramente provata, anche perché è una morte inspiegabile. Nessuna morte si spiega sul piano umano e questa è ancora più inspiegabile e sicuramente evitabile”. Il parroco della San Pio X ritiene che la famiglia Sandri “chieda una giustizia certa, retta, nei confronti della persona, non del corpo della Polizia”. “Per quello che mi è stato dato di capire – sottolinea -, non sono arrabbiati nei confronti della Polizia o delle istituzioni. Certo, un membro di un’istituzione che dovrebbe difendere i cittadini ha fatto una cosa inspiegabile, che ci auguriamo sia solo colposa”. “Quindi – conclude -, è chiaro che si tratta di una giustizia nei confronti della persona. Credo che in uno Stato di diritto chi sbaglia debba scontare una pena”. (ANSA)