Lettere in redazione
Ticket sanitari poca equità fiscale
Quando i cittadini sono costretti a metter mano al portafogli per pagare le tasse non lo fanno volentieri, anche se consapevoli che le tasse servono per i servizi e quant’altro l’organizzazione dello Stato eroga o costruisce per loro. L’indignazione ed il malcontento aumentano quando i loro soldi vengono sprecati, per non dire rubati. A parte le notevoli spese per mantenere in esercizio i grossi carrozzoni statali, esiste anche una maladistribuzione delle tasse che invece potrebbero essere più equilibrate con pochi ed efficaci accorgimenti. Un fisco più equo faciliterebbe certamente nei cittadini la tendenza a non evadere e il Paese potrebbe ricuperare le risorse sufficienti per la diminuzione della pressione fiscale, ormai non più sopportabile, e conseguentemente incrementare la tanto auspicata crescita economica. Un esempio significativo di poca equità fiscale è il ticket sulle prestazioni sanitarie che la Regione Toscana applica sui redditi dei pensionati over 65.
La vastità delle fasce di reddito inevitabilmente crea troppe discriminazioni che, invece, potrebbero essere eliminate semplicemente inserendo più fasce tra le attuali. L’esempio del ticket sanitario è una delle tante tasse applicate male, sulle quali si può e si deve intervenire, oggi più facilmente con l’avvento della telematica.
Concordo pienamente e lo abbiamo anche già segnalato sul settimanale. L’utilizzo dell’Isee per l’accesso a servizi e prestazioni è in teoria uno strumento di equità. Non essendoci più risorse per garantire tutto a tutti, si chiede ai cittadini più abbienti di partecipare alle spese, sulla base delle loro capacità contributive, calcolate non sui redditi dei singoli, ma su quelli familiari. Il principio è giusto, ma poi nell’applicazione pratica occorrono altre due condizioni: che le dichiarazioni Isee siano ben congegnate (e su questo il governo doveva presentare una riforma che però non è ancora arrivata) e veritiere (e quindi si riduca fortemente l’evasione fiscale) e che ci sia la maggior progressività possibile per le fasce di ticket o compartecipazione alle spese. Le quattro fasce che la Regione Toscana ha stabilito (sotto i 36.151,99 euro, fino a 70 mila, fino a 100 mila e oltre 100 mila) sono oggettivamente troppo poche. All’argomento dedichiamo un approfondimento anche su questo numero.
Claudio Turrini