Lettere in redazione
«The Passion», un film terribile e splendido
Due aggettivi descrivono perfettamente «The Passion» di Mel Gibson, film di straordinario impatto emotivo sullo spettatore. Senza voler entrare nel merito delle molte polemiche suscitate o del valore tecnico-artistico del film (a mio parere, comunque, altissimo) lo definirei terribile e splendido.
Terribile: sì, terribile, perché ci sbatte in faccia, a noi cristiani intiepiditi dall’abitudine, con crudo verismo, senza «annacquamenti», senza falsi pudori, senza ipocrisie benpensanti, la realtà «scandalosa» di un Dio Uomo tentato, tradito, deriso, picchiato, sottoposto a torture atroci, la carne lacerata a brandelli dai flagelli romani, schiantato sotto il peso della Croce (peraltro «abbracciata» con slancio «folle» d’amore, all’inizio della Via Dolorosa), infine inchiodato al legno infamante, come un qualsiasi malfattore, fino all’annichilimento della morte.
Tremendo, sublime paradosso del cristiano: un Dio in balìa della crudeltà delle Sue creature, comunque amate sino alla fine (e noi uomini del ventesimo secolo sappiamo purtroppo molto bene a quali abissi può arrivare la ferocia dell’uomo nella Storia!).