Bangkok (Agenzia Fides) 435 rappresentanti della camicie rosse ancora in carcere; i conti bancari di 83 persone, sospettate di aver sostenuto la protesta rossa, bloccati dal governo: a più di due mesi dalle manifestazioni di protesta rossa per le strade di Bangkok, tali misure mostrano con evidenza che la riconciliazione nazionale è ancora molto lontana, nota una fonte cattolica di Fides in Thailandia. L’ultima misura del blocco finanziario ha colpito alcuni parenti dell’ex Premier in esilio Thaksin Shinawatra, oltre a 23 politici, 15 imprenditori, 17 leader rossi, 5 militari in pensione.Secondo fonti di Fides, le manifestazioni con gli 88 morti, 1.900 feriti e la coda di violenza finale hanno alimentato un risentimento che ancora serpeggia nella società e che il governo, a dispetto dei proclami, fa ben poco per stemperare. A Bangkok e in 23 delle province del Nord è ancora in vigore lo stato di emergenza (passo immediatamente prima della legge marziale), che dà ai militari il potere di arrestare e interrogare i sospettati, di censurare tv, radio e mezzi di informazione e di applicare altre forme di controllo ben poco democratiche. Il governo giustifica tali provvedimenti con ragioni di minacce alla sicurezza nazionale. Così oltre 1.100 siti internet sono stati bloccati , quattro riviste filo-Thaksin e numerose Tv e radio vicine all’opposizione sono state chiuse.Secondo gli osservatori, la road map per la riconciliazione, nuovamente annunciata nei giorni scorsi dal governo che prevede un’indagine indipendente sulle violenze del maggio sorso rischia di fallire ancora prima di cominciare. Il governo sta violando i diritti umani elementari, ha detto allarmata Krittiya Archavanikul, del Centro per i Diritti Umani dell’Università di Mahidol.Fonti di Fides nella comunità cattolica thailandese, disapprovando tali misure, rimarcano che si dovrebbe invece iniziare un processo di guarigione delle ferite della società. Con questa politica di repressione, la riconciliazione si allontana. Il governo sta cercando di ridurre al silenzio l’opposizione e questo va contro la democrazia. I leader dell’opposizione iniziano ad avere paura. Molti temono che si costruisca una riconciliazione di facciata, che invece nasconde un pensiero unico e uno stato di polizia.A Bangkok, notano fonti di Fides, la situazione resta tesa. Migliaia di persone hanno partecipato, il 22 giugno scorso, ai funerali del generale Khattiya Sawasdipol leader militare dei rossi, ucciso da un cecchino svoltisi con un imponente schieramento di polizia.Un banco di prova per verificare l’evolversi della situazione, afferma la fonte di Fides, sarà costituito dalle imminenti elezioni amministrative nella capitale: fra i candidati a sindaco di Bangkok vi è anche un rappresentante delle camicie rosse che, se fosse eletto potrebbe creare non pochi problemi al governo. E, se riscuotesse larghi favori della popolazione mostrerebbe che la gente non ha fiducia e disapprova l’attuale politica dell’esecutivo.