Di voci di speranza se ne sono udite molte: a cominciare da quella intensa e coinvolgente di monsignor Antonio Riboldi, Vescovo emerito di Acerra.A tutti è noto il suo impegno a favore delle popolazioni del meridione, ferite dal terremoto e, più ancora, dall’ingiustizia sociale e dalla piaga della criminalità organizzata. Ma quando il Vescovo condivide frammenti di storia della sua vocazione e del suo «avventuroso» ministero, si avverte la passione per Dio e per l’uomo: nella sua narrazione i fili della sua vicenda personale si intrecciano con quelli di tante altre storie, che lui ha incontrato, accolto, illuminato di speranza. Una speranza, lo ha ricordato più volte monsignor Riboldi, che ha la sua sorgente in Cristo Risorto («Tu sei risorto, risorgeremo anche noi», esclamò guardando le macerie della sua chiesa parrocchiale rasa al suolo dal terremoto). Dalla prospettiva della risurrezione, tutto acquista un senso: la nascita, persino le ineluttabili difficoltà della vita, in quanto suscitano una risposta d’amore.Su queste suggestioni, si sono poi inseriti gli interventi successivi, altre «voci di speranza», questa volta della nostra diocesi: Flora Gualdani, fondatrice di «Casa Betlemme», ha mostrato, dati alla mano, come «il Golgota si sia spostato a Betlemme». In questo deserto, generato dal rifiuto della vita, la quarantennale esperienza di Casa Betlemme costituisce un «germoglio di speranza» sia nel sostegno alle madri in difficoltà, sia nella promozione di una cultura della vita.Il Ceis, nel giorno della sua ventesima marcia in città, ha offerto la sua testimonianza attraverso le parole di Pierluigi Ricci; egli ha sottolineato come solo l’amore sia in grado di strappare la vita dei giovani dal tunnel della tossicodipendenza. Ha poi sottolineato il valore dell’azione preventiva, da promuovere in sinergia fra tutte le realtà che intercettano la vita dei giovani: la scuola, la Chiesa, il mondo dello sport. Francesco Fossati ha fatto eco alla lettera del Vescovo al mondo del lavoro «Nella crisi, speranza oltre ogni paura», condividendo la sua esperienza di lavoratore in un contesto di crisi. Il mondo del lavoro, lo ricordiamo, è uno dei cinque ambiti della testimonianza indicati dalla traccia di riflessione in preparazione al Convegno di Verona.Sempre in tema di ambiti, è stata l’associazione Rondine – Cittadella della Pace a concludere le testimonianze di speranza dalla nostra terra. La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro sarà coinvolta nel prossimo Convegno ecclesiale nazionale anche attraverso la significativa esperienza di Rondine, studentato internazionale che accoglie giovani provenienti da paesi in guerra fra loro. E proprio due giovani studenti, Alem Gracic (della Bosnia) e Lasha Kurascvili (della Georgia), hanno «lanciato», insieme al presidente dell’associazione, Franco Vaccari, le varie di iniziative promosse da Rondine nel mese di maggio. «Le piazze di maggio. Dalla cittadinanza ferita alla cittadinanza sanata» è il titolo di una serie di incontri culturali, spirituali e di festa che toccheranno luoghi significativi della nostra diocesi. Un momento particolarmente toccante è stato il ricordo di don Andrea Santoro, il sacerdote romano ucciso a Trebson, in Turchia, il 6 febbraio scorso. La testimonianza della sua vita spesa per il dialogo è risuonata nella lettura appassionata di Andrea Cimenti che ha aiutato i presenti a meditare quel testo così profondo. La lettura è stata accompagnata da Paola Tacconi alla spinetta e da Silvano Casadei al flauto, sulle note di Vivaldi I due musicisti hanno anche aperto l’incontro con due brani di Bach.Altre «testimonianze in musica» hanno intercalato quelle narrate rendendo l’incontro particolarmente godibile: Federico Chianucci ha proposto la sua canzone «Scintille d’eternità», mentre Valentina Albiani ha concluso l’incontro danzando «Come l’aurora verrai», una canzone ispirata ad un testo del profeta Isaia. E’ la visione del grande giorno in cui sarà celebrata la pace di cui la storia è in debito con tutti gli uomini.Dopo un breve momento conviviale, l’incontro si è trasferito nella chiesa di San Michele dove monsignor Riboldi, insieme al Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, ha presieduto un momento di Adorazione Eucaristica. Significativa, anche in questo momento, la partecipazione dei giovani. Quello del 19 marzo è il primo di una serie di incontri in vista del grande appuntamento decennale della Chiesa italiana.