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TESTIMONI DI GIUSTIZIA, PRESENTATA A FIRENZE L’ASSOCIAZIONE «EZECHIELE 37»

«L’incontro con persone e famiglie che hanno subito sofferenze pesanti e drammatiche a causa della criminalità organizzata, ma anche a motivo delle carenze legislative, amministrative e burocratiche, hanno spinto vescovi, sacerdoti e laici a prendersi cura di loro in maniera particolarmente concreta e continuativa». Così il vescovo di Prato, Gastone Simoni, ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa a Firenze presso la redazione di Toscanaoggi, i motivi che lo hanno indotto a promuovere l’Associazione «Ezechiele 37» in difesa e sostegno dei testimoni di giustizia. «Da non confondere con i collaboratori di giustizia», ha tenuto a precisare l’avvocato Filippo Trippanera, intervenuto a fianco di Simoni. «I testimoni di giustizia – ha spiegato il legale pratese – non hanno niente a che vedere con la malavita: sono cittadini che hanno avuto il coraggio di rompere il clima omertoso ed hanno testimoniato in processi, quasi sempre di mafia, che si sono conclusi anche con pesanti condanne per gli imputati. Ma nonostante questo non sono tutelati a dovere e soprattutto vengono pesantemente limitati nei propri diritti: non possono votare perché fuori dalla loro residenza, svolgono lavori occasionali e spesso non hanno nemmeno l’assistenza sanitaria».

«Come vescovo voglio dire – ha aggiunto Simoni – che, sebbene le istituzioni si siano date delle leggi e cerchino di applicarle come meglio possono, senza il pungolo di una coscienza morale e civile organizzata e di una carità cristiana ugualmente organizzata non ce la faremo a risolvere i problemi della giustizia e soprattutto i casi umani di persone come i testimoni di giustizia per i quali la vita è spesso invivibile».Per aderire all’Associazione, che prende il nome da un brano biblico dell’Antico Testamento, saranno distribuiti nei prossimi giorni degli stampati con la domanda di adesione.

Chi sono e come vivono i testimoni di giustizia