Prato

Tessile cinese, quel che preoccupa è il fattore tempo

di Gianluca DelliIl 6 aprile 2005 è una data che verrà difficilmente dimenticata dagli operatori europei del comparto tessile. Infatti la Commissione europea ha approvato le linee guida a tutela del tessile, per porre un eventuale freno alle importazioni cinesi nel settore. Il commissario Ue al Commercio estero, Peter Mandelson, ha chiarito che per ora si tratta solo della pubblicazione di un quadro normativo, contenente «procedure e criteri statistici», sui livelli di allerta in diversi ambiti del tessile, che pongono le basi per l’eventuale applicazione della clausola di salvaguardia. Il Commissario ha inoltre aggiunto che comunque le misure verranno applicate dalla Commissione europea «come ultima risorsa e solo se necessario». Una volta chiarita e contestualizzata la procedura, prevista appunto dalle linee guida, la Commissione europea ha gli strumenti per affrontare i reclami dei Paesi danneggiati dall’invasione del tessile di Pechino. Si potrà in tal modo «avviare indagini che cercheranno di stabilire i pericoli reali».Le reazioni da Prato non si sono certo fatte attendere. Il Presidente della Cna Anselmo Potenza ha scritto una lettera aperta ai parlamentari europei italiani eletti nella circoscrizione dell’Italia centrale. Potenza nella lettera sostiene che «sono necessari provvedimenti istituzionali concreti, in tempi brevi, che alimentino fiducia e speranza, a tutte le imprese, a tutto il distretto per vincere la nuova sfida della globalizzazione. I tempi non sono una variabile indipendente. Sono necessarie risposte immediate». Il Presidente dell’Unione Carlo Longo, subito dopo la comunicazione delle linee guida, ha informato di aver scritto immediatamente al Presidente di Sistema Moda Italia Paolo Zegna per sollecitare ulteriori azioni forti del sistema di rappresentanza del tessile italiano ed europeo. Secondo l’Unione industriale pratese si sono chiuse le stalle quando i buoi sono già scappati. Per Longo «sono state approvate le linee guida per l’attivazione della clausola di salvaguardia per il tessile, nell’intento di porre la UE in posizione “inattaccabile” nel momento in cui dovesse chiedere l’attivazione della clausola stessa. È stato quindi definito un iter che consiste nell’attivare fasi progressive di allerta, fino all’avvio di indagini da parte di Bruxelles (su sollecitazione di singoli paesi o anche delle industrie); poi, in caso di reclamo convalidato, tale da far scattare una indagine della Commissione, ricorrere alle consultazioni con Pechino e solo al termine di tutti questi passaggi, in caso estremo, adottare le misure di salvaguardia. Un iter di mesi, molti mesi». Longo sottolinea la macchinosità delle procedure poste in essere dalla commissione. Anche secondo Marco Pieragnoli responsabile delle categorie di Confartigianato l’adozione di queste linee guida arrivano con almeno quattro mesi di ritardo in quanto dovevano già essere a regime al momento stesso dell’abolizione dell’accordo Multifibre. Davanti al protrarsi della crisi economica del tessile, ancora il vero motore dello sviluppo locale, le organizzazioni di rappresentanza delle imprese – Cna, Confartigianato, Confesercenti e Uip – e dei lavoratori, Cgil, Cisl e Uil – hanno ritenuto necessario avanzare la richiesta di convocazione straordinaria delle assemblee elettive dei Comuni e della Provincia di Prato, aperte alle organizzazioni di rappresentanza locali, per giungere all’approvazione di una mozione sullo stato di crisi strutturale del settore tessile da inviare al Governo e alla Comunità Europea. La situazione a livello internazionale non è semplice. Pechino fa sapere di non accettare nessun diktat sul tessile. La Francia e l’Italia si sono strategicamente alleate per far leva sull’Unione europea affinché si adoperi per attuare le linee guida in tempi rapidi. Il problema «tempo» sembra essere l’elemento centrale del dibattito. Il Commissario Mandelson dal canto suo non sembra aver intenzione di bruciare le tappe e predica calma. La situazione è fluida, non mancheranno certamente nelle prossime settimane prese di posizioni e atti da parte delle categorie coinvolte nella «questione tessile».