Italia

Terzo settore: Conte, su Ires si torna a vecchio regime, accelerazione per l’albo degli Enti

Sul raddoppio dell’Ires per il Terzo settore «quando si sbaglia bisogna ammettere l’errore. Ho già precisato che, nei giorni finali e convulsi della manovra – il Parlamento attendeva e anche noi eravamo in ambasce perché non volevamo sottrarre spazio alla dialettica parlamentare – abbiamo dovuto chiudere ‘in zona Cesarini’ la manovra e tra le misure aggiunte da ultimo c’è stata anche quella sull’Ires. Non abbiamo tassato oltre misura il Terzo settore, abbiamo parificato, abbiamo eliminato le agevolazioni riconosciute». Dopo l’incontro con i rappresentanti del Terzo settore «abbiamo convenuto di tornare al regime precedente». Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa che ha tenuto a Palazzo Chigi. Il premier ha spiegato che «stiamo istituendo l’albo nazionale degli Enti del Terzo settore; abbiamo convenuto che la prospettiva di politica da perseguire è quella di accelerare l’introduzione dell’albo unico».

«Quando verrà introdotto avremo un nuovo censimento per la variegata galassia degli enti del Terzo settore» che «si iscriveranno nelle varie tipologie previste e, in corrispondenza di quelle tipologie, scatterà un regime articolato di tassazione». In una fase transitoria «conviene ritornare al vecchio e anticipare l’introduzione del nuovo regime che attraverso pesi e contrappesi e incentivi apparirà in complesso più equilibrato». «La misura introdotta adesso effettivamente comportava una generalizzata penalizzazione, inaccettabile».

Sul Decreto sicurezza, invece, «alcune di quelle che erano state rappresentate anche un po’ enfaticamente come criticità applicative sono state già chiarite in questo primo incontro con la delegazione Anci», ha spiegato Conte durante la conferenza stampa in cui  ha parlato anche dell’incontro avuto questa mattina con la delegazione dei sindaci italiani guidata dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Con il Decreto sicurezza, ha precisato il premier, per i richiedenti asilo «c’è pieno accesso ai servizi sanitari e l’elemento di collegamento per accedere ai servizi sanitari è l’ultimo domicilio».

«Abbiamo condiviso – ha aggiunto Conte – l’opportunità che i Comuni siano informati per quanto riguarda le comunicazioni e abbiamo un aggiornamento costante per quanto riguarda le persone che sono nei centri di assistenza». Nell’interlocuzione con i sindaci, con i quali si era aperto un fronte polemico tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo, «il clima è stato molto proficuo».

Sulla Tav «di referendum non ha senso parlarne ora. Qualsiasi referendum deve esprimersi non su reazioni emotive, schemi ideologici manichei ma deve muovere da un consenso informato. Aspettiamo prima di condividere le risultanze delle valutazioni costi-benefici, tecniche e legali». Giuseppe Conte ha risposto così ad una domanda. «Il governo non si sottrae alle responsabilità politiche di una valutazione di sintesi», ha assicurato il premier, precisando che «poi se ci sarà un’istanza sul referendum, personalmente non vedo negativamente lo strumento referendario. Ma adesso è prematuro parlarne». Conte ha anche evidenziato che finora «una commissione tecnica ha consegnato un elaborato ancora in bozze» su costi-benefici della Tav «che non è stato ancora protocollato». «Dateci il tempo per condividerlo e per comprendere quali sono gli esiti della valutazione tecnica». A questa, «si accompagna una valutazione legale» che nel caso della Tap «è stata assorbente» per la decisione assunta dal governo circa la sua realizzazione.