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TERRORISMO, ANCHE DUE TOSCANI TRA I PRESUNTI ASSASSINI DI D’ANTONA ARRESTATI OGGI

Ci sono anche due toscani tra i sei presunti brigatisti rossi arrestati nel corso della con l’accusa di essere i responsabili dell’omicidio di Massimo D’Antona, il consulente del ministro del Lavoro ucciso a Roma il 20 maggio 1999. Sono: Cinzia Banelli, nata a Grosseto nel 1963 e residente a Vecchiano (Pisa) e Roberto Morandi, nato a Firenze nel 1960 e residente nel capoluogo. La donna lavora all’ospedale Santa Chiara di Pisa, mentre l’uomo sarebbe un dipendente dell’ospedale fiorentino di Careggi. Gli arrestati in Toscana, la donna a Pisa e l’uomo a Firenze, sarebbero accusati anche della rapina all’ufficio postale di via Torcicoda, avvenuta nel capoluogo toscano il 6 febbraio scorso, e per la fallita rapina in un altro ufficio postale fiorentino, quello di via Tozzetti, risalente al 5 dicembre 2002, entrambi considerati dagli investigatori colpi di autofinanziamento per le Br. Per le due rapine è indagata Nadia Desdemona Lioce. In Toscana sono ancora in corso perquisizioni, circa una trentina, in varie città, come Firenze, Pisa, Grosseto e nell’aretino.

Le schede telefoniche con cui Cinzia Banelli e Roberto Morandi avevano contattato i numeri dei cellulari dell’organizzazione erano state usate anche per telefonare ai familiari. È stato questo “errore”, l’uso promiscuo delle schede, a permettere agli investigatori di attribuire quelle conversazioni – dopo un enorme lavoro di analisi del traffico telefonico – a delle determinate persone. Solo dopo l’arresto di Alessandro Geri, che era stato individuato con questo stesso sistema, i brigatisti avrebbero infatti cambiato metodo utilizzando le schede una sola volta e distruggendole dopo ogni telefonata.

Cinzia Banelli, hanno spiegato in Procura, con la stessa scheda utilizzata per telefonare all’organizzazione da una cabina situata davanti all’ospedale dove lavorava aveva chiamato la madre a Grosseto e il marito a Pisa. La scheda era poi stata utilizzata anche in una cabina di Milano il giorno in cui le Br avevano rivendicato con un volantino l’attentato a D’ Antona. Anche Roberto Lombardi aveva commesso lo stesso errore, utilizzando in maniera “promiscua” una scheda e chiamando la moglie a Firenze. Incrociando gli otto numeri dei cellulari in dotazione all’organizzazione – ricavati dai palmari e dai documenti che avevano con loro la Lioce e Mario Galesi – i tabulati delle celle del sistema telefonico mobile e i numeri delle schede telefoniche utilizzate nelle cabine, gli investigatori sono riusciti a focalizzare alcuni presunti brigatisti. L’analisi del traffico telefonico è durato fino ai primi di settembre, quando è cominciato il lavoro di approfondimento e di riscontro che ha portato alle misure cautelari di oggi.

Gli altri arrestati, tutti residenti a Roma anche se uno di loro è stato catturato in Sardegna, sono: Paolo Broccatelli, nato a Roma nel 1968; Laura Proietti, nata a Roma nel 1973; Marco Mezzasalma, nato a Tripoli nel 1959; Alessandro Costa, nato a Roma nel 1970.

Gli investigatori, coordinati dai pm romani Franco Ionta e Pietro Saviotti, hanno eseguito 70 perquisizioni nella capitale e 30 in altre città. Gli arresti sono il frutto dei mesi di indagine seguiti alla cattura di Nadia Desdemona Lioce dopo la sparatoria – il 2 marzo scorso – sul treno partito da Roma e diretto ad Arezzo nella quale morirono Mario Galesi, che era con la donna, e il sovrintendente di polizia Emanuele Petri. Gli investigatori trovarono documenti preziosi e, soprattutto, due computer palmari, che hanno rappresentato una sorta di mappa che ha portato all’individuazione del gruppo.

Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il premier Silvio Berlusconi e l’intero governo hanno inviato messaggi di congratulazioni al ministro dell’Interno Beppe Pisanu, il quale ha commentato il successo dell’operazione come “una vittoria dello Stato e del governo”. “Possiamo affermare che in questo modo, ha detto, è stata tagliata la radice principale delle nuove brigate rosse-partito comunista combattente”.

Olga D’Antona, ai microfoni del Tg2 ha commentato così la notizia: “Mi colpisce questa coincidenza tra l’arresto di questi assassini e la giornata di mobilitazione di milioni di lavoratori in prima linea contro il terrorismo”.