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TERREMOTO IN ABRUZZO: DIOCESI L’AQUILA, NECESSARIE 40 NUOVE CHIESE

(L’Aquila) – La mancanza di chiese agibili rappresenta “un grande problema” per la diocesi de L’Aquila dove “ci sono diverse zone che non sono più servite dalle strutture pastorali. Questo ci ha spinto come diocesi a pensare alla creazione di nuovi spazi, anche interparrocchiali, in cui le comunità possano riprendere le proprie attività”. A parlare al Sir è don Luigi Epicoco, responsabile della commissione per la salvaguardia del patrimonio architettonico dell’arcidiocesi. “Abbiamo individuato sul territorio – continua il responsabile – 40 aree in cui ipotizziamo la costruzione di altrettante chiese prefabbricate, in legno o calcestruzzo precompresso. Speriamo di riuscire a realizzare già per settembre o comunque prima dell’inverno. Intanto, per far fronte all’emergenza, già entro la prossima settimana copriremo la metà di queste zone con tendostrutture provvisorie fornite dalle Protezione Civile”. A queste si affiancheranno le chiese giudicate agibili che torneranno gradualmente ad essere utilizzate e le cappelle che dovrebbero sorgere, secondo quando ribadito più volte dallo stesso Guido Bertolaso, nei nuovi venti villaggi che sorgeranno a L’Aquila per accogliere gli sfollati.“Riaprire le chiese per noi è fondamentale – continua don Epicoco – perché corriamo il rischio di bloccare la nostra azione educativa nei confronti di bambini e giovani senza dimenticare, più in generale, l’azione pastorale di vicinanza alle persone che è in assoluto la cosa che ci interessa di più”. La realizzazione di queste quaranta chiese “dipenderà però dai finanziamenti” e dalla “condivisione del progetto”. “Il cardinal Angelo Bagnasco – continua il responsabile – ha espresso a nome della Cei la volontà di sostenere la Chiesa aquilana, chiedendoci di indicare una rosa di interventi che consideriamo prioritari. Queste nuove chiese rientrano certamente tra le iniziative che nei prossimi giorni presenteremo alla CEI”. “Mai come in questo momento – conclude don Epicoco – abbiamo bisogno di strutture che ci permettano di radunare le persone spesso disperse e offrire punti di riferimento umani e spirituali”. A questi interventi si aggiungeranno le opere realizzata da Caritas italiana che ha più volte sottolineato la volontà di impegnarsi nella realizzazione di “centri socio-pastorali per le comunità”.Sir