Italia

Terremoto: Caritas Italiana, «restare in ascolto delle comunità locali». L’azione nelle zone colpite

«La terra ha ripreso a tremare ci sono state purtroppo nuove vittime. A quasi cinque mesi dalla prima scossa, il pensiero va a quanti sono nelle zone dell’Italia centrale, dove la Caritas moltiplica l’impegno accanto alle popolazioni duramente provate anche dalla neve che rende difficoltosi gli spostamenti e non consente di raggiungere alcune frazioni. Terremoto e neve, un mix micidiale che ha provocato altre vittime. Oltre all’allevatore morto nel teramano in seguito al crollo della sua stalla, altre vittime ci sono state a Farindola, nel pescarese, dove un albergo è stato travolto da una slavina». Lo ricorda un comunicato della Caritas Italiana, diffuso oggi. «La nuova emergenza – evidenzia la Caritas – è arrivata mentre sono già attivi i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche colpite dal sisma – Ascoli Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto -, la diocesi di Spoleto-Norcia, le diocesi di L’Aquila e Teramo-Atri, che dopo le ultime scosse e le nevicate hanno visto un’ulteriore aggravamento della situazione». Pur tra queste difficoltà, «in tutte le zone colpite le Chiese locali stanno completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico e avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive, soprattutto nelle aree rurali: attrezzature per allevatori o agricoltori, tunnel agricoli destinati al bestiame, mangimi e foraggi, interventi strutturali per la ripresa della produzione, trasformazione e vendita dei prodotti tipici». Info: www.caritas.it

Sono tante le iniziative messe in campo da Caritas Italiana nei luoghi del terremoto, già dai mesi scorsi, ricorda Caritas. «Dal punto di vista strutturale, per riannodare fin da subito relazioni e rapporti comunitari, si è dato prontamente avvio ad un programma di realizzazione di strutture polifunzionali (‘Centri di comunità’), il primo dei quali è stato inaugurato ad Amatrice il 24 novembre 2016, a meno di cento giorni dal sisma ed è stato subito utilizzato dopo le nuove scosse come punto di primo soccorso – evidenzia la nota -. Sempre nella diocesi di Rieti prima di Natale sono state aperte altre piccole strutture socio-pastorali a Scai, Sant’Angelo (frazioni di Amatrice) e Grisciano (Frazione di Accumoli) e – in base ai bisogni pastorali evidenziati dal vescovo – si stanno valutando ulteriori interventi». Nella diocesi di Spoleto-Norcia «si stanno attuando le prassi amministrative per poter avviare quanto prima la realizzazione di strutture a Norcia, Cascia e ad Avendita (frazione di Cascia), mentre nella diocesi di Ascoli Piceno a breve dovrebbe iniziare la realizzazione di un centro comunitario ad Arquata del Tronto». Nonsolo: «Si sono già svolti incontri con le altre diocesi marchigiane per verificare la opportunità/necessità di realizzare analoghi interventi strutturali: ad oggi sono in istruttoria interventi nelle diocesi di Camerino (Camerino, Visso, La Maddalena), Fermo (S. Angelo in Pontano, Amandola, Francavilla), Macerata (Tolentino e Macerata), San Benedetto del Tronto (Cossignano e Force)».

Relativamente alle risorse, precisa la nota, «grazie alla colletta nazionale del 18 settembre e alla generosa risposta solidale, sono finora pervenuti a Caritas Italiana circa 21,6 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla Cei. Oltre a proseguire con aiuti concreti, la priorità ora è di restare in ascolto delle comunità locali e portare all’attenzione delle istituzioni questo ascolto di tanti che soffrono, sono isolati, disillusi dalle troppe promesse fatte e non mantenute. Un carico di interrogativi che esige doverose risposte, da quelle più immediate alle scelte di ricostruzione, da cui dipende il futuro di queste persone». Info: www.caritas.it