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TERREMOTI IN MOLISE, PUGLIA E SICILIA: CARITAS, 21 MILIONI DI EURO PER SCUOLE, CENTRI DELLA COMUNITÀ

Circa 21 milioni di euro spesi per progetti di ricostruzione di centri di comunità, scuole e piccole iniziative di risanamento di spazi diocesani; aiuti d’urgenza, centri di ascolto, mappatura dei territori, microcredito, ricerche, volontariato estivo, comunicazione; e poi gemellaggi, accompagnamento delle persone e animazione delle realtà pastorali. E’ lunghissimo il rendiconto delle offerte pervenute e quello delle attività realizzate dall’ottobre/novembre 2002 ad oggi, ossia dai giorni dei terremoti che hanno colpito, a più riprese, alcuni centri in Molise, Puglia e Sicilia, causando danni a circa 18.000 persone.

Il resoconto dettagliato dell’utilizzo delle risorse è nel Rapporto della Caritas italiana presentato oggi a Roma. Dei 20.899.881 euro raccolti grazie alla generosa colletta pubblica, circa 2 milioni provenivano direttamente dalla Cei attraverso i fondi otto per mille e quasi 5 milioni dalla collaborazione con il Segretariato Sociale Rai. Per gli aiuti d’urgenza nelle prime due settimane la Caritas ha trasportato nei comuni terremotati del Molise più di 150 quintali di generi di prima necessità. 20 sono stati i Centri della comunità donati dalla Chiesa italiana alle realtà locali (per messe, catechesi, animazione giovanile) e 7 le scuole. Strutture di cui beneficiano oltre 50.000 persone.

“La ricostruzione dei programmi e dei progetti più significativi riportati nel rapporto – spiega mons. Francesco Montenegro, presidente della Caritas italiana -, oltre a rendere doverosamente conto di come sono state impiegate le cospicue offerte pervenute, vuole rappresentare uno strumento utile per comprendere l’azione pastorale della Caritas italiana in un contesto di emergenza nazionale”. Lo stile tipico della Caritas, precisa infatti mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, è quello “della prossimità alle persone e di garantire una molteplicità di presenze fino a quando, a riflettori spenti, le Chiese di questi territori si sarebbero ritrovate a gestire la fase più lunga e difficile della ricostruzione, ancora più impegnativa e drammatica dei giorni dell’emergenza”.

Singolari sono stati i cammini di gemellaggio tra diocesi e paesi colpiti, mediante l’invio costante o in alcuni periodi di operatori e volontari, oppure l’adesione ad uno o più programmi o progetti elaborati dalla comunità locale, attraverso il finanziamento economico o il sostegno con competenze professionali. Caratterizza l’azione Caritas la presenza dei centri di ascolto e l’attività di osservazione e monitoraggio della realtà per verificarne i bisogni e proporre progetti. Circa 700 sono stati i volontari coinvolti in Molise, Puglia e Sicilia, organizzati in maniera sistematica per evitare, puntualizza mons. Nozza, “il terremoto-tour”.Sir