(Gerusalemme) E’ importante che le organizzazioni cattoliche, anche internazionali, che operano nel campo dell’assistenza alle popolazioni palestinesi a Gaza, facciano tutto in accordo con l’Autorità nazionale palestinese. A ribadirlo oggi è stata Claudette Habesch, la direttrice di Caritas Gerusalemme che ha partecipato ad una sessione di lavoro del Coordinamento Usa e Ue per la Terra Santa, riuniti a Gerusalemme, fino al 14 gennaio, per la annuale visita alle chiese locali. Dobbiamo relazionarci sempre con le autorità politiche locali spiega al Sir la direttrice che tuttavia non chiude le porte ad Hamas. Nella Striscia non abbiamo mai avuto problemi a far entrare aiuti e ad avviare progetti. In qualche caso c’è stata fornita collaborazione su quali famiglie di Gaza bisognava indirizzare gli aiuti, per evitare che questi venissero dati due volte alle stesse persone. La nostra garanzia è la trasparenza, lo stile del dono con cui affrontiamo ogni emergenza. In questi mesi dopo la fine della guerra a Gaza, abbiamo avviato progetti per un totale di oltre due milioni di dollari, assistenza sanitaria con 6 centri attivi ed una clinica mobile, attività scolastica, corsi di igiene personale per i più piccoli, tanto per citarne alcuni. Lavoriamo con chi ha bisogno, anche se sono consapevole che i cristiani hanno dei bisogni che sono coperti dalla solidarietà degli altri. La mia responsabilità è andare verso di loro e verso tutti. La Caritas deve essere a Gaza dove ad un anno dalla fine della guerra nulla è cambiato. Servono tanti aiuti e tanta fede.Sir