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TERRA SANTA, SPERANZE DI PACE PER L’ACCORDO ARAFAT-MAZEN

“I cristiani di Terra Santa si sono chiesti dove erano le diocesi, i movimenti, le Chiese locali, per non sentire che era in gioco il futuro di uno dei luoghi fondanti della storia cristiana”: a poco più di un anno dall’assedio alla basilica della natività di Betlemme, il nunzio apostolico in Israele, Mons. Pietro Sambi, incontrando a Betlemme la delegazione dei vescovi italiani in Terra Santa, ne ha ripercorso le fasi più delicate. “Coprire il luogo dove è nato Cristo con il sangue sarebbe stata la fine” aggiunto Sambi che si è detto “timoroso” non tanto per la sorte dei luoghi santi, “che nessuno toccherà perché sono una fonte di denaro”, quanto per quella dei cristiani “senza i quali questi luoghi diventeranno muti . Ecco perché è importante l’aiuto e la presenza concreta di tutte le Chiese”. “In due anni e mezzo di Intifada” gli ha fatto eco Padre Ibrahim Faltas, responsabile dello status quo all’interno della Natività, uno dei protagonisti nella mediazione dell’assedio, “sono circa 2mila i cristiani emigrati da Betlemme. “Betlemme – ha aggiunto il francescano – è una città stanca e priva di ogni controllo. E’ un miracolo che non si siano ripetuti i saccheggi e le devastazioni di Bagdhad. La polizia infatti, non esiste più”. Dinanzi a questa situazione diventa importante la riapertura dei negoziati di pace e la formazione di un nuovo governo palestinese. “La figura di Abu Mazen – continua il religioso – è sostenuta dagli Usa e ben vista da Israele. La speranza è che riesca a formare un nuovo governo. In lui si appuntano le speranze di rinascita dei palestinesi non solo di Betlemme”. “Come cristiani – ha concluso Faltas – non abbiamo mai appoggiato i palestinesi che giungevano a Betlemme per sparare. L’uso della armi non risolve le dispute ma le aggrava. I palestinesi vogliono continuare a vivere e credo che accetteranno ogni cosa in cambio della pace e della libertà”. Anche il sindaco di Beltemme Hanna Nasser si è detto convinto di una soluzione vicina. “Se Israele si ritira – ha detto il sindaco – il problema è risolto. Una soluzione politica è necessaria e l’accordo raggiunto tra Yasser Arafat e Abu Mazen potrebbe essere quella giusta”.Sir