Una forte richiesta alla presidenza italiana dell’Unione europea per intercedere presso il governo israeliano per “interrompere immediatamente la costruzione del muro”. E’ stata espressa oggi a Roma da sei associazioni italiane (Amnesty International, Arci, Ics-Consorzio italiano di solidarietà, Movimondo, Save the Children e Uisp-Unione italiana sport per tutti) preoccupate per la situazione di violazione dei diritti umani conseguente alla costruzione del muro nei territori occupati, avviata il 14 giugno 2002, “Il muro ha affermato Marco Bertotto, presidente di Amnesty Italia – è causa di restrizioni della libertà di movimento dei palestinesi all’interno degli stessi territori, della distruzione o confisca illegale delle loro proprietà e di ulteriori violazioni dei loro diritti sociali ed economici”. La prima parte della costruzione, da Jenin a Qalqiliya, ha contribuito infatti al peggioramento delle condizioni di vita di almeno 200.000 palestinesi (il 60% vive con meno di 2$ al giorno, con problemi sanitari e di malnutrizione). Il muro ha anche chiuso all’interno di enclave circa 13.000 palestinesi di una quindicina di villaggi. Le sei associazioni convengono sul diritto di Israele di assumere misure “ragionevoli, necessarie e proporzionate” per la sicurezza dei suoi cittadini. “Ma questa situazione – ha precisato Bertotto – rischia di inasprire le tensioni. Temiamo che il vero obiettivo della costruzione del muro sia invece la difesa degli insediamenti illegali dei coloni israeliani e il peggioramento delle condizioni di vita dei palestinesi”.Sir