Una tenda nella piazza centrale di Betlemme, vicino la basilica della Natività per digiunare contro le condizioni in cui sono detenuti molti palestinesi nelle carceri israeliane. A rivelarlo al Sir è padre Ibrahim Faltas, vice parroco della città e direttore della scuola “Terra Santa” e di “Casa Nova”, la locale casa francescana di accoglienza per pellegrini. “Si tratta spiega il francescano – dei genitori di detenuti palestinesi che intendono così partecipare allo sciopero della fame che da oltre una settimana i loro congiunti stanno conducendo nei luoghi di detenzione israeliani. Molti sono in carcere da molto tempo: qualcuno addirittura da ventidue anni. La gravità della loro condizione sta nel fatto che, per alcuni, non è stata nemmeno emessa una sentenza. Per questo qui a Betlemme, i genitori dei prigionieri e i feriti dell’Intifada hanno attrezzato una tenda capiente nella quale, per solidarietà con i carcerati, non toccano cibo. La loro presenza raduna molte persone che così manifestano il loro sostegno”. Tuttavia, riconosce padre Faltas, “gli scioperi sono utili, ma non portano ad alcun esito se il dialogo tra le parti non esiste. Quando avevamo la possibilità di confrontarci con le autorità israeliane, sono stati liberati tanti uomini. Ora ogni comunicazione é bloccata. Lo scambio di opinioni é necessario anche per costruire la pace. La nostra comunità si sta adoperando per educare i giovani alla convivenza e alla tolleranza”. Ne è un esempio la scuola “Terra Santa”, con i suoi duemila studenti, la più grande del Paese. “Da otto anni conclude – organizziamo viaggi in Italia affinché i ragazzi palestinesi e israeliani si possano incontrare. Perché, per cambiare il futuro, bisogna necessariamente cominciare dai piccoli”.Sir