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Terra santa, sangue sul processo di pace
Un attentato in un locale a Rishon Letzion, poco a Sud di Tel Aviv, nella notte di martedì 7 maggio ha causato almeno 16 morti e 57 feriti. Il premier israeliano Sharon ha immediatamente interrotto la sua visita negli Stati Uniti ed ha annunciato una rappresaglia durissima, nonostante che l'Autorità nazionale palestinese abbia condannato fermamente quest'ultima strage di civili. Si complica così anche la soluzione dell'assedio della basilica della Natività. L'accordo è stato effettivamente firmato, ma non si trova ancora un Paese disposto ad accogliere i 13 presunti terroristi costretti all'esilio.Quel filo diretto con la NativitàCARD. SODANO: NESSUNA BOMBA DEVE FERMARE IL DIALOGOOLIVERO (SERMIG): SIAMO PRONTI AD ACCOGLIERE I PALESTINESI ESTRADATITerra santa, l'inferno di Nablus e JeninVESCOVI EUROPEI AL GOVERNO ISRAELIANO: RIFIUTARE CIBO E ACQUA È CONTRO PRINCIPI UMANITARIMESSAGGIO DEI RELIGIOSI CRISTIANI A SHARON E ARAFATVESCOVI TOSCANI SCRIVONO AD ARAFATNUOVO APPELLO DEL PAPAA Betlemme la resistenza dei frati e delle suore di Poggio a Caiano
Nella notte di martedì 7 maggio un attentato ha provocato almeno 16 morti e 57 feriti in un locale a Rishon Letzion, poco a Sud di Tel Aviv. Molte persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie dell’edificio di tre piani.
L’esplosione, avvenuta poco dopo le 23.00 ora locale (le 22.00 in Italia), ha fatto crollare il pavimento di una sala. Venti dei feriti ricoverati in ospedale versano in gravi condizioni. Secondo Israele, una prima rivendicazione è giunta da Hamas, ma è ancora da confermare.
La polizia sta valutando due ipotesi: che si sia trattato di un attentato suicida, o che l’attentatore abbia piazzato la bomba per poi fuggire, anziché farsi saltare in aria.
“E’ chiaro che l’Autorità palestinese non ha abbandonato le sue azioni di terrore e il suo percorso omicida”, ha commentato un portavoce del governo israeliano, David Baker. E il premier Sharon ha immediatamente interrotto la sua visita negli Stati Uniti e ha annunciato una dura rappresaglia nei confronti dei palestinesi, nonostante che il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erakat, abbia detto che l’Autorità palestinese condanna fermamente l’attacco. “L’Autorità palestinese intraprenderà qualsiasi azione possibile, se si dovesse provare che gli autori dell’attentato hanno qualcosa a che fare, o provenivano, da aree palestinesi – ha detto Erakat – Noi non perdoniamo l’uccisione di civili, né palestinesi né israeliani”.
Si tratta del primo attacco suicida dal 12 di aprile, quando una giovane si fece saltare in aria di fronte al mercato di Mahane Yehuda a Gerusalemme. Allora ci furono sei morti.