Vita Chiesa

TERRA SANTA, SABBAH (PATRIARCA): APPELLO AL DIGIUNO AI LEADER PALESTINESI E ISRAELIANI

È un forte invito alla conversione, al digiuno e all’elemosina quello che il patriarca di Gerusalemme, Michel Sabbah, lancia nel suo Messaggio per la Quaresima 2005, diffuso oggi a Gerusalemme e rilanciato dal Sir. «Il digiuno e l’elemosina sono collegati – scrive Sabbah – Il digiuno per esercitare il corpo e l’anima a rinnovare le energie del bene. L’elemosina per riversare queste energie sul prossimo che amiamo perché creato ad immagine di Dio. La nostra quaresima (digiuno ed elemosina), in questi giorni, ci mette davanti a Dio e in comunione con le vittime dei recenti terremoti e maremoti avvenuti nei due continenti dell’Asia e dell’Africa. Ci pone in comunione con le vittime delle malattie incurabili, con le vittime delle ingiustizie imposte dall’uomo ai suoi fratelli e sorelle in nome dell’interesse nazionale, o in nome della pura violenza come unica via per la pace».

«La nostra quaresima – prosegue il messaggio – ci mette in comunione con qualsiasi resistenza a qualsiasi oppressione, o occupazione, come quella che ha luogo nella nostra Terra Santa, occupazione che profana e distrugge la persona umana palestinese privandola della sua libertà e quella israeliana privandola della sua sicurezza e delle energie di bene che ha in se stessa».

E riferendosi ai progressi di questi giorni nel dialogo tra palestinesi ed israeliani (oggi è in programma il Vertice di Sharm el Sheik, ndr.) Sabbah parla di “un nuovo soffio di giustizia e di ragione. Vediamo anche un nuovo sforzo della comunità internazionale. Ne rendiamo grazie a Dio. Gli chiediamo di sostenere i capi nelle loro nuove visioni». E il Patriarca non manca di invitare questi «capi, quelli che detengono il potere» al digiuno perché sia “una purificazione delle loro intenzioni e degli loro egoismi individuali o nazionali. Un digiuno che permette ai capi di vedere e sapere che sono delegati per servire e salvare, e che faccia capire loro che tutte le persone umane sono ugualmente create e amate da Dio, che non sono divise in due campi, le buone e le cattive, le forti e le deboli. Tutte prendono la loro dignità di Dio, e sono chiamate alla stessa libertà e sicurezza”. Sir