Toscana

TERRA SANTA: R. CANTINI, «FAVORIRE GLI ISLAMICI MODERATI PER RIPRENDERE IL DIALOGO»

“L’attentato di Tel Aviv del 5 gennaio scorso non fa altro che alimentare la scia di violenza e di morte in Medio Oriente e riproporre prepotentemente all’attenzione dell’opinione pubblica israeliana la figura del premier Ariel Sharon, fino a pochi giorni fa in calo nei sondaggi per le prossime elezioni in Israele”. Per Romanello Cantini, esperto di politica internazionale, non c’è nessun dubbio: “ogni volta che si profila qualche spiraglio di dialogo tra le fazioni in lotta ecco accadere qualcosa che distrugge quanto faticosamente costruito con continui incontri e contatti portati avanti lontano dai riflettori”.

“Sono mesi, infatti, – dichiara al Sir – che l’Egitto sta cercando di ottenere una moratoria degli attacchi kamikaze da parte dei gruppi palestinesi allo scopo di ottenere la ripresa dei dialoghi di pace. Si è passati, così, da un mese di ‘tregua’ ad una delle peggiori stragi in terra israeliana e a farne le spese sono stati anche degli immigrati di diverse nazionalità”. Il rischio che si corre è quello di “considerare tutti i palestinesi terroristi e dunque negare ogni possibilità di dialogo. Sarebbe la vittoria delle frange estremiste e la sconfitta della politica. Poiché se tutti i palestinesi sono reputati dei terroristi non si vede con chi Sharon dovrebbe negoziare un eventuale accordo di pace, tenuto conto che Arafat è ormai un illustre prigioniero”.

A questo punto, aggiunge Cantini, “è interessante sapere chi tra i palestinesi riconosce o meno Israele, punto fondamentale per la ripresa dei negoziati”. “E’ necessario – conclude Cantini – che ci sia un’offerta israeliana che aiuti le ‘colombe’ palestinesi a riprendere fiato e vigore contro gli estremisti. Non si può, infatti, dimenticare la continua umiliazione a cui la popolazione palestinese è sottoposta dall’esercito israeliano: demolizioni di case, espropriazione di terreni, impossibilità di raggiungere il lavoro, posti di blocco e la nascita di nuovi insediamenti. Tutto questo deve finire”.

Sir